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Il Parlamento Europeo riconosce lo Stato della Palestina

Il Parlamento Europeo ha approvato ieri ad ampia maggioranza una risoluzione, approvata con con 498 sì, 88 no e 111 astensioni, che sostiene “in linea di principio” il riconoscimento dello Stato della Palestina sulla base dei confini del 1967.  La soluzione approvata, prevede l’esistenza di due Stati con Gerusalemme capitale, non dimenticando di spingere le parti alla ripresa dei colloqui di pace.

La risoluzione figlia dei testi presentanti da cinque gruppi, quello del Ppe, del S&D, della sinistra Unita (Gue), dei liberali e dei Verdi, appoggiata anche da alcuni esponenti M5s, è stata, invece, contestata duramente dal gruppo di Forza Italia che, con tutta la delegazione, è uscita dall’aula al momento del voto.

“Quello di oggi è un giorno storico, un voto importante ai fini di un’apertura di un negoziato libero dal condizionamento degli estremisti. È la vittoria non di una parte ma di tutto il Parlamento europeo, la vittoria della pace”. Così Gianni Pittella, presidente del gruppo S&D ha commentato il voto dell’Aula a sostegno del riconoscimento dello Stato della Palestina, dopo un lungo applauso della maggior parte dei parlamentari.

“Un passo positivo ma non sufficiente”, commenta, invece, Mustafà Barghouti, dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp). “La debolezza di questo voto è che associa il riconoscimento della Palestina alla ripresa dei negoziati con Israele. Tuttavia, è evidente il sostegno di tutta la società civile europea ad uno stato autonomo palestinese”.

Di tutt’altro umore è il premier israeliano Benyamin Netanyahu, il quale accusa l’Europa di non aver imparato nulla dall’Olocausto. “Oggi abbiamo visto esempi sconvolgenti dell’ipocrisia europea” – Dice – “A quanto pare, troppe persone in Europa, nella stessa terra dove 6 milioni di ebrei sono stati massacrati, non hanno imparato alcunché”.

“L’amicizia che noi constatiamo fra noi e gli Stati Uniti” – ha anche aggiunto – “è in totale contrasto con quanto oggi purtroppo vediamo in Europa. Continueremo a difendere il nostro popolo e il nostro stato contro le forze terroristiche, contro il despotismo e contro la ipocrisia”.

E in effetti, gli Stati Uniti hanno diritto di veto sulla questione. C’è, quindi, da attendere nuovi sviluppi della delicata vicenda.

Altro tema irrisolto rimane l’iscrizione di Hamas nelle liste terroristiche. Il Tribunale Ue, infatti, ha annullato l’iscrizione di Hamas dalla lista nera Ue delle organizzazioni terroriste “per motivi procedurali”, ma ne mantiene temporaneamente in vigore gli effetti per garantire il congelamento dei beni.  La durata degli effetti è fissata a tre mesi o, se viene introdotto un ricorso davanti alla Corte, sino alla sua chiusura.

La decisione del Parlamento Europeo, come si può notare, non è quindi una soluzione definitiva ad un problema destinato a perdurare ancora a lungo, tuttavia, pone le basi di una linea a favore dello stato della Palestina, quindi, di contrasto alle politiche espansionistiche del governo di Israele.

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