Economia e Welfare

21 MARZO : IN RICORDO DELLE VITTIME DELLE MAFIE

Il 21 Marzo è la data istituita per gli italiani, dal Parlamento, in ricordo delle vittime delle mafie. Terra fertile di innocenti ammazzati, per mano della camorra, è Torre Annunziata, paese in provincia di Napoli, tra il maestoso Vesuvio e la sabbia nera, vulcanica come la sua terra. In questo giorno, dedicato alla XXII giornata della memoria di un dolore mai sopito, all’interno del 2° Circolo Didattico “Giancarlo Siani” della cittadina di Oplonti, in collaborazione con l’associazione Libera Campania, che ha tenuto un corteo nella mattinata a Ponticelli, gli alunni hanno potuto saggiare le parole del Sindaco Giosuè Starita, del Capitano dell’Arma dei Carabinieri Andrea Capone, del Dirigente Scolastico Gennaro Cirillo. I “Cento Passi” dei piccoli alunni torresi, così è intitolata questa manifestazione di doveroso ricordo, sono iniziati il 17 e si sono conclusi il 21 marzo, iniziando questa giornata insieme alle Autorità presenti e cantando in coro l’inno d’Italia di Mameli, portandosi tutti una mano sul cuore, come forse solo in un luogo in cui si insegna a divenire grandi si usa ancora fare. Diventare grandi, crescere nell’amore dei luoghi cari che ci appartengono, senza dimenticare quello che di crudele è stato inflitto agli innocenti, a chi per caso si trovava di passaggio in una strada in cui si innescava un conflitto mafioso, a chi si rifiutava di pagare il pizzo difendendo la propria libertà, a chi per lavoro scriveva, faceva il giornalista, e covava dentro di sé  la dannazione di raccontare la verità, è l’obiettivo più potente che si possa avere. Di queste vittime è rimasto, indelebile, ciascun nome e cognome inserito in una lista, letta dagli alunni, che come una cantilena ricorda quante persone hanno perso la vita, in una terra arida perturbata dal male affare, complessa in se stessa, che non ricambia l’amore dato.

I nomi delle vittime della mafia,  letti al microfono, sono centinaia, rimbalzano nella testa e non possono che scuotere ed essere elogiati dal Dirigente Scolastico, in una nota seguita, questa volta, anche  dal racconto delle storie di tutte le vittime torresi, tra cui: Luigi Staiano, Luigi Cafiero, Raffaele Pastore, Rosa Visone, Giuseppe Veropalumbo, Matilde Sorrentino, il Maresciallo Luigi D’Alessio, Francesco Fabrizi, ed in ultimo il giornalista napoletano, corrispondente da Torre Annunziata per “Il Mattino”, Giancarlo Siani. A questo giornalista, che attraverso le sue lenti guardava la provincia su di una Mehari, catturandone l’anima nel suo sguardo, fu colto alle spalle  alla sola età di 26 anni in una sera che, per lui, doveva essere felice avendo appena strappato un contratto con il più grande giornale partenopeo, è intitolata la scuola elementare di questi ragazzi che ascoltano la storia, forse per la prima volta, di chi ha raccontato la provincia napoletana nel profondo, raccontandone il degrado nascosto sotto la sottile speranza di cambiamento a partire dagli occhi, puri e non artefatti, delle giovani generazione.

Di questa forma di speranza parla anche Starita, il Sindaco torrese, nel suo discorso conclusivo della giornata, facendo presente che la speranza va alimentata attraverso il ricordo, attraverso la narrazione delle storie degli innocenti che non vanno perse ma ripetute all’infinito nelle scuole, ai ragazzi, educando alla solidarietà, alla condivisione di valori reali e non virtuali della rete, alla democrazia, lavorando sempre nel rispetto delle regole, e creando una generazione migliore che possa  prendere solo il bene dal sole di questa terra che si riflette sul mare, caratteristico, a fondale scuro per donarlo agli altri. A seguito, c’è stato il discorso molto significativo del Capitano della Compagnia dei Carabinieri di Torre Annunziata, Andrea Capone, che parlando ai piccoli ha raccontato del lavoro quotidiano che svolgono le Forze dell’Ordine al servizio dei cittadini per la legalità e per il rispetto delle regole civili, partendo da un’attività preventiva che coinvolga soprattutto le scuole, per raggiungere il fine  che sia impossibile dimenticare un atto vile, come quello di togliere barbaramente la vita, ed “esercitare” i cittadini del futuro al bene civile e alla libertà. In particolare, il Capitano dei Carabinieri ha ricordato, e con ciò ha concluso il suo discorso, le parole pronunciate da un bambino napoletano, che durante un incontro in ricordo delle vittime delle mafie tenutosi al Teatro san Carlo di Napoli, ha detto: “Se ogni ragazzo abbracciasse uno strumento e sparasse musica, questa città sarebbe un’altra.” spiazzando tutti. Ecco perché, i bambini possono fare e dire cose straordinarie e vanno sensibilizzati ai problemi della loro città, dei luoghi che sentono appartenergli come sangue, per guardare la realtà con occhio critico e mai indifferente ai problemi che giacciono lì come impolverati dal tempo e dalle continue promesse, che non portano ad una rivoluzione. I “Cento passi” del 21 marzo, a Torre Annunziata, si sono conclusi con il lancio di tanti palloncini colorati che sono volati su di un cielo limpido, tipico del Sud, al ridosso dei tetti portati a brillare del sole chissà dove dalla corrente, sotto gli occhi meravigliati dei bambini che li hanno emanati in ricordo delle storie di chi è stato privato della libertà, prima ancora di essere ucciso.

Annalisa Cocco 

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