Cultura

TEATRO CIVICO DI CASERTA: SECONDO APPUNTAMENTO DELLA STAGIONE TEATRALE CON “ELLIS ISLAND”, UN PROGETTO MULTIDISCIPLINARE

Secondo appuntamento della stagione teatrale 2017/2018 del Teatro Civico 14 di Caserta con ELLIS ISLAND di e con Maurizio Igor Meta, dal 14 al 15 ottobre 2017. Un progetto multidisciplinare che comprende il Viaggio, il solo teatrale, un documentario, un libro e una mostra fotografica.

Nel novembre 2015 Maurizio Igor Meta incomincia il suo viaggio dal porto di Napoli in nave cargo per ripercorrere i passi del bisnonno che, nel novembre del 1890, decise di partire per gli Stati Uniti, dove lavorò per l’antica società ferroviaria degli Stati Uniti d’America, la Pennsylvania Railroad.  Partendo dalle sensazioni avute nel ripercorrere il suo cammino e combinandole con le ricerche storiche sulla vita degli immigrati italiani, Maurizio Igor Meta ha costruito una drammaturgia che evoca il momento della partenza, il viaggio in nave, l’arrivo ad Ellis Island, la fatica sulle rotaie, fino al ritorno all’Origine, in un Viaggio epico e poetico.  Una drammaturgia originale e intensa, in grado di ripercorrere attraverso la poesia dell’autore la personale esperienza di vita rendendo lo spettacolo un viaggio universale.

“In nave ho frequentato i luoghi che gli emigranti – spiega Meta – vivevano quotidianamente, come il ponte di coperta, l’allora lower deck. Durante il viaggio non ho utilizzato né internet né il telefono, nemmeno al mio arrivo a Port Elizabeth, avvenuto, come credo per il mio bisnonno, dopo ventuno giorni di navigazione, e ho scritto una lettera a casa per avvisare del mio arrivo. A New York, per tre mesi ho abitato le medesime strade dove il mio antenato visse, attraversando gli stessi luoghi. Oggi, il nome del mio bisnonno è iscritto sul monumento commemorativo presente sull’isola, The American Immigrant Wall of Honor. Per quanto riguarda me, almeno un paio di volte, in passato, sono stato vicino a partire per gli Stati Uniti. In aereo, come tutti. Ma, per un motivo o per un altro, alla fine non sono mai partito. Il tempo riesce sempre a dare una spiegazione autentica degli eventi che ci capitano: la prima volta doveva essere in questo modo… dovevo salpare.” Il solo teatrale è seguito da un allestimento di ventuno fotografie, ventuno come i giorni di viaggio, indipendente dal progetto di mostra fotografica e pensato esclusivamente per i foyer dei teatri.

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