Come è accaduto a molti dei grandi innovatori, anche Astor Piazzolla ha pagato un caro prezzo al suo desiderio di cambiare la tradizione fino a essere definito “l’assassino del Tango” da chi non riusciva ad accettare un modo di intendere questo straordinario universo musicale che non fosse quello di Gardel.
Oggi, che si celebra il centenario della sua nascita ( 11 marzo 1921, Mar del Plata, Argentina), il genio del musicista di origine italiane, come italiane sono le radici del Tango, è universalmente celebrato, ma il suo percorso non tanto verso la gloria, perché l’apprezzamento sul piano internazionale non è mai mancato, ma verso quel riconoscimento in patria del suo valore come compositore tout court e di genio innovatore è stato lungo e accidentato.
Piazzolla, 100 anni fa nasceva padre del Nuevo Tango
Ma la dimostrazione più potente del suo genio viene dalla ricchissimo catalogo di omaggi resi da musicisti di ogni estrazione, come il grande virtuoso di violino Gidon Kremer, che nel suo “Hommage a Piazzolla” esegue una delle più belle versioni di “Oblivion”, uno dei capolavori di Astor Piazzolla, una sorta di saggio in musica sulla malinconia che racchiude lo spirito più autentico del Tango.
ANSA