“ La speranza è l’ultima a morire”, un motto che per il Barcellona persiste da tempo. La ‘remuntada’ stavolta non riesce al Barcellona. I catalani sono soliti sorprendere il mondo con le loro rimonte, specialmente quando si gioca la coppa dalle grandi orecchie. Dopo il pesantissimo 1-4 dell’andata, non va oltre l’1-1 a Parigi con il Psg e si ferma agli ottavi di Champions dopo 14 anni.
Nonostante il risultato difficile da rimontare, il Barça ci crede ed entra in campo con la sua formazione migliore, infatti Koeman per tentare l’impresa ha deciso di cambiare modulo passando alla difesa a tre (3-4-1-2) con de Jong libero, Mingueza al posto dell’indisponibile Piqué e Griezmann abbassato a fare il trequartista. Dall’altra parte Pochettino dovrà fare a meno del grande ex della partita, Neymar e di Kean che era stato decisivo nella partita d’andata.
I catalani cominciano il primo tempo con una marcia in più, con Messi che imbuca diverse volte per Dembele, che sbaglia ripetutamente. Sergino Dest si rende protagonista di una grande discesa sulla fascia destra cercando la conclusione trovando la mano di un attento Navas che manda il tiro sulla traversa. Nonostante il grande inizio, al 29’ Lenglet stende Mauro Icardi in area di rigore. L’arbitro, Anthony Taylor, consulta il VAR e assegna il rigore ai parigini, realizzato da Mbappè che realizza il suo quarto gol ai catalani. Messi realizza un gol spettacolare( con un sinistro da 17 metri all’incrocio per il suo primo gol su azione in questa Champions, dopo 4 reti su rigore. Gli uomini di Koeman ci credono, attaccando quasi a pieno organico. All’ultimo del primo tempo Kurzawa atterra Griezamann, Taylor va di nuovo al VAR e assegna rigore al Barça, con Messi pronto a battere. La Pulce ha la chance di regalare ai suoi una ripresa diversa, ma si fa ipnotizzare da Navas, che col ginocchio devia sulla traversa il penalty dell’argentino.
Il secondo tempo inizia con un Psg un po’ più arrembante, che sembra voler evitare altri 45′ di apnea, ma non passa molto prima che il Barcellona ricominci con il suo palleggio stordente sulla trequarti. La grandissima chance per l’1-2 capita ancora sui piedi di Messi, ma la Pulce perde un attimo di troppo nel girarsi e viene murato da pochi massi da Marquinhos. Verso la fine ancora Navas a superarsi su un colpo di testa da corner di Busquets, ma è l’ultimo vero sussulto prima che le speranze catalane spariscano.
Possiamo affermare che è arrivata la fine di un’era: per la prima volta dal lontanissimo 2005 nei quarti di Champions non ci sono né Messi né Ronaldo. In quell’anno Il portoghese era al suo secondo anno in Inghilterra. La corsa di quel Manchester terminò agli ottavi contro il Milan poi finalista, mentre Messi fu costretto ad arrendersi al Chelsea. La caduta dei giganti da 1500 gol in due che hanno dominato il pallone e lo sport in generale per un decennio abbondante inanellando record e trionfi a ripetizione. Al loro posto ecco l’incoronazione degli eredi prescelti (non da oggi). Mbappé e Haaland hanno spodestato il regno a suon di reti e magie. Sono loro i capofila della nuova generazione di fenomeni.
I numeri non mentono mai: Haaland è già capocannoniere con 10 gol in questa edizione di Champions, ha segnato in tutte e 6 le partite europee che ha disputato quest’anno e ha realizzato quattro doppiette consecutive in Champions. L’ex Golden Boy invece con la rete su rigore al Barça ha rubato proprio a Messi il record precocità nel raggiungere 25 gol in Champions, competizione nella quale in questa stagione ha già raggiunto le sei reti (con tre assist).
Sui Social non manca lo sfottò ai due pluricampioni, con immagini di Messi e Ronaldo che passano le loro “corone” ai due giovani d’oro.