Cultura

I brand di alta moda Hèrmes e Stella McCartney sostituiscono la pelle animale a quella di fungo

Soluzione alquanto green quella intrapresa dalla stilista inglese Stella Nina McCartney e
da Hermès, azienda francese di moda.

I due fashion designer hanno optato per un’alternativa vegana alla pelle, sostenibile e non di derivazione animale, ottenuta dal micelio contenuto nelle radici dei funghi, una risorsa infinitamente rinnovabile.

Ma non solo, ad abbracciare quest’alternativa troviamo anche Adidas, Lululemon e Kering (il gruppo con i marchi Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta, Balenciaga, Alexander McQueen, tra gli altri).

Il nuovo materiale prodotto dai funghi prende il nome di “Mylo” e Stella McCartney sarà la prima casa di alta moda a lanciare dei capi realizzati con questo nuovo materiale, in collaborazione con l’azienda Bolt Threads.

Per quanto riguarda il marchio di lusso Hermès, entro la fine dell’anno ha annunciato una nuova versione della sua borsa Victoria realizzata con Sylvania, una pelle vegana a base di funghi sviluppata dalla startup MycoWorks.


Un passo verso la moda sostenibile, a dimostrazione del fatto che è possibile realizzare capi di qualità senza sacrificare la vita degli animali. La pelle di fungo è sicuramente una scelta che ha del potenziale e potrebbe gettare le basi per il futuro.

In Stella, non abbiamo mai usato pelle, piume e pellicce sin dal primo giorno, quindi sono incredibilmente orgogliosa di essere la prima casa di moda al mondo a creare capi di Mylo, una pelle di fungo lussuosamente morbida e sostenibile realizzata con micelio infinitamente rinnovabile.”, ha detto Stella McCartney a Vogue Italia.

Questi indumenti in Mylo sono stati creati in collaborazione con Bolt Threads e sono certificati a base biologica, il che significa che sono realizzati con materiali prevalentemente rinnovabili e non sono fatti di plastica come la maggior parte delle pelli sintetiche. Abbiamo supportato questa incredibile innovazione sin dal suo inizio perché credo che i nostri clienti non dovrebbero mai scendere a compromessi con la desiderabilità della sostenibilità e Mylo ci permetterà di realizzarla.

Ad indossare i primi capi realizzati in “pelle di fungo” la star amica del brand Paris Jackson i quali però non saranno messi in vendita, ma la promessa della stilista è di inserire il Mylo nelle prossime collezioni del brand.

Il processo, inoltre, è stato pensato per avere un impatto ambientale minimo “ed impiega giorni per realizzarsi, non anni come la crescita di un bovino”. Inoltre, “necessita di 17.000 litri di acqua per produrre un chilo di pelle, diversamente dall’allevamento di bestiame che è responsabile del 18% circa delle emissioni di gas serra mondiali, con la distruzione degli ecosistemi vitali che ne consegue: il 70-80% dell’area disboscata della foresta amazzonica viene utilizzata, al momento, proprio per il pascolo dei bovini”. Mylo, poi, a differenza delle pelli sintetiche, non utilizza il petrolio.

Una scelta davvero conveniente. Ora i funghi non saranno solo nel nostro piatto, ma potremmo anche indossarli.

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