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Scuola, probabile rientro dopo Pasqua anche se si è in zona rossa

Scuola sì o scuola no dopo le vacanze pasquali: ecco il dilemma che dovrà affrontare, prossimamente il Governo. 

Attualmente la maggior parte delle regioni italiane si trova in fascia rossa, per cui le scuole di ogni ordine e grado sono chiuse.

Tuttavia, molti si domandano cosa accadrà terminate le vacanze pasquali e soprattutto cosa ci attenderà, una volta decaduto il decreto del 6 aprile del Presidente del Consiglio Draghi.

Molti si augurano un ritorno in classe, almeno per i più piccoli. La maggior parte dei partiti, infatti, si sta muovendo proprio in questa direzione, affinchè possano rientrare in aula almeno gli asili nido, le classi dell’infanzia e le primarie, anche se dovessero trovarsi in regioni in zona rossa.

La ministra delle Pari Opportunità, Elena Bonetti, a SKYTG 24 ha dichiarato: “La scuola è chiusa nelle regioni rosse e mi auguro che in questa settimana ci siano regioni che possano passare in zona arancione e quindi possano riaprire. Già dopo Pasqua ritengo che in zona rossa, complice l’aumento delle vaccinazioni, dobbiamo rivalutare la possibilità di riaprire la scuola dell’infanzia e almeno la primaria”.

In questo modo si andrebbe a modificare quanto previsto dal dpcm. Ciò significa che le aperture sarebbero organizzate non più in base al colore di appartenenza della propria regione, ma in base alla fascia d’età. Soluzione che sarebbe d’aiuto per quei genitori che, per assistere i propri bimbi durante la DAD, sono stati costretti a rinunciare a lavorare o comunque a ridurre l’orario lavorativo.

Se da un lato però, si desidera un rientro in classe dei più piccoli, dall’altro, per quanto riguarda gli studenti universitari, ci si muove con maggior prudenza. In questo caso anche dopo la Pasqua, la ministra dell’Università Cristina Messa, pensa che sia abbastanza improbabile un ritorno negli Atenei, indipendentemente dal proprio “colore”.

Chiaramente la situazione varia di regione in regione. Fortunatamente in alcune, le scuole hanno riaperto. È il caso della Sardegna, del Trentino e della Liguria. Qui solo le scuole superiori continuano a svolgere il proprio lavoro in dad. In Umbria invece, sono ritornati in classe solo i bambini fino ai 6 anni.

Fatto sta che la questione riguardante le scuole divide Governo e Regioni. Queste ultime sono favorevoli ad un prolungamento della didattica a distanza. Si andrebbe così a tutelare, non solo la salute della popolazione, ma anche l’economia, stanca di aperture e chiusure continue. Pare però che nei prossimi incontri il Governo chieda di seguire una linea comune, così da tentare di concludere quest’anno scolastico nel miglior modo possibile.

La stanchezza è ormai tanta, gli alunni, di qualsiasi età, non hanno mai desiderato così tanto di ritornare tutti insieme tra i banchi di scuole e riappropriarsi di una normalità, che oramai manco un po’ a tutti.

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