Una questione che ha acceso gli animi tra le forze del governo italiano e quello statunitense; “I cittadini europei -ha detto il premier Draghi- si sentono ingannati da alcune case farmaceutiche”.
Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea, mette le spalle al muro all’azienda anglo-svedese AstraZeneca, dichiarando al termine della videoconferenza dei 27, che l’Ue sta subendo dei ritardi per quanto riguarda la consegna dei vaccini.
“AstraZeneca deve recuperare sui suoi ritardi con gli Stati membri prima di potersi impegnare di nuovo nell’esportazione di vaccini”, queste le sue parole dal quale si evince che l’Unione Europea è pronta a difendersi a tutti i costi contro i tagli ed i ritardi operati dalla casa farmaceutica.
Per fronteggiare questa problematica il presidente del Consiglio europeo Charles Michel in collegamento con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, hanno gettato le basi per collaborare sul fronte della distribuzione globale di vaccini anti-Covid.
L’incontro tra i 27 leader non ha portato ad annunci clamorosi da parte del presidente statunitense, ma ha posto le basi per un impiego futuro che vede uniti l’Unione Europea e gli Stati Uniti, grandi produttori di vaccini, per fare in modo che le catene di approvvigionamento funzionino e prepararci alle prossime sfide della pandemia in un’era di pandemie.
Quello per cui si è discusso comunque apre prospettive future per un’Unione Europea frustrata dai tagli operati dall’azienda AstraZeneca, ma comunque fiduciosa nel riuscire a vaccinare almeno il 70% della popolazione entro fine estate.
E’ importante che le “aziende garantiscano la prevedibilità della loro produzione e rispettino le scadenze contrattuali di consegna”, hanno insistito i leader, riferendosi principalmente ad AstraZeneca, che delle 120 milioni di dosi previste dal contratto per il primo trimestre, poi ridotte a 30 milioni, ad oggi ne ha distribuite solo 18 milioni.
Come se non bastasse, Ursula Von der Leyen ha dichiarato di essere pronta anche a procedere per vie legali qualora l’azienda farmaceutica non si impegni a rispettare la consegna dei vaccini.
Ad oggi, a meno di una settimana dalla fine di marzo, latitano ancora 12 milioni, ovvero quanto manca a completare la fornitura di 100 milioni di sieri. Entro la fine di questa settimana la distribuzione di vaccini nell’Ue salirà a 88 milioni, mentre ne sono stati inoculati 62, per un totale di 18,2 milioni di europei che hanno ricevuto le due iniezioni, ovvero il 4,1% del totale dei cittadini dell’Ue.
Una questione che ha acceso gli animi tra le forze del governo italiano e quello statunitense; “I cittadini europei -ha detto il premier Draghi– si sentono ingannati da alcune case farmaceutiche”.
Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea, mette le spalle al muro all’azienda anglo-svedese AstraZeneca, dichiarando al termine della videoconferenza dei 27, che l’Ue sta subendo dei ritardi per quanto riguarda la consegna dei vaccini.
“AstraZeneca deve recuperare sui suoi ritardi con gli Stati membri prima di potersi impegnare di nuovo nell’esportazione di vaccini”, queste le sue parole dal quale si evince che l’Unione Europea è pronta a difendersi a tutti i costi contro i tagli ed i ritardi operati dalla casa farmaceutica.
Per fronteggiare questa problematica il presidente del Consiglio europeo Charles Michel in collegamento con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, hanno gettato le basi per collaborare sul fronte della distribuzione globale di vaccini anti-Covid.
L’incontro tra i 27 leader non ha portato ad annunci clamorosi da parte del presidente statunitense, ma ha posto le basi per un impiego futuro che vede uniti l’Unione Europea e gli Stati Uniti, grandi produttori di vaccini, per fare in modo che le catene di approvvigionamento funzionino e prepararci alle prossime sfide della pandemia in un’era di pandemie.
Quello per cui si è discusso comunque apre prospettive future per un’Unione Europea frustrata dai tagli operati dall’azienda AstraZeneca, ma comunque fiduciosa nel riuscire a vaccinare almeno il 70% della popolazione entro fine estate.
E’ importante che le “aziende garantiscano la prevedibilità della loro produzione e rispettino le scadenze contrattuali di consegna“, hanno insistito i leader, riferendosi principalmente ad AstraZeneca, che delle 120 milioni di dosi previste dal contratto per il primo trimestre, poi ridotte a 30 milioni, ad oggi ne ha distribuite solo 18 milioni.
Come se non bastasse, Ursula Von der Leyen ha dichiarato di essere pronta anche a procedere per vie legali qualora l’azienda farmaceutica non si impegni a rispettare la consegna dei vaccini.
Ad oggi, a meno di una settimana dalla fine di marzo, latitano ancora 12 milioni, ovvero quanto manca a completare la fornitura di 100 milioni di sieri. Entro la fine di questa settimana la distribuzione di vaccini nell’Ue salirà a 88 milioni, mentre ne sono stati inoculati 62, per un totale di 18,2 milioni di europei che hanno ricevuto le due iniezioni, ovvero il 4,1% del totale dei cittadini dell’Ue.
Decisamente ancora troppo poco, difatti si spera che nel secondo trimestre la situazione sarà migliore con 360 milioni di dosi previste in consegna, delle quali 200 da Pfizer.
Ad ogni modo, ha tagliato corto Von der Leyen, “le dosi prodotte in Ue saranno destinate all’Ue“.