Illustratori, videomaker, traduttori, ingegneri, antropologi, critici d’arte o di spettacoli, viaggiatori, studiosi di ogni genere. Riceviamo tutte le settimane decine di messaggi pieni di proposte, nella speranza di poter collaborare o di essere considerati per un’assunzione al giornale.
Spiace non poter dare udienza a tutto questo bellissimo pubblico intelligente e appassionato. Ma rincuora sapere che il vituperato mestiere di giornalista sia ancora oggetto di desiderio di così tanti giovani.
Perchè, nonostante la crisi che sta attraversando la professione, in tanti ancora credono che quello del giornalista resti il mestiere più bello del mondo, come diceva Gabriel García Márquez: «Nessuno che non sia nato per il giornalismo e non sia pronto a morire per esso potrebbe resistere in una professione così incomprensibile e vorace, il cui lavoro finisce dopo ogni notizia, come se fosse per sempre, e non concede un attimo di pace fin quando non ricomincia, con più entusiasmo che mai, il minuto dopo».
Quella del mestiere da giornalista è una vera e propria vocazione. Voi miei cari lettori vi chiederete perché affermo una cosa del genere così su due piedi. Ebbene, pensateci al giorno d’oggi è il lavoro più difficile da poter fare per ovvi motivi… la pandemia, la crisi economica, la disoccupazione, lo sfruttamento eppure ci sono persone che non si arrendono a questi venti sfavorevoli e decidono di portare avanti questa missione.
Oggi per puro caso ho avuto modo di leggere un’iniziativa dei colleghi della Toscana che mi ha lasciata senza parole.
Ho scoperto la storia di “Fuori Binario” leggendo la newsletter dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana che, in uno dei suoi ultimi invii, dava conto del nuovo corso del giornale fiorentino. Confesso che non ne avevo mai sentito parlare prima. “Fuori Binario” è un caso unico nel panorama editoriale italiano ed europeo. Innanzitutto perché è la voce dei senza fissa dimora e poi perché non viene venduto nelle edicole o nelle librerie, bensì nelle principali piazze e strade del capoluogo toscano. La distribuzione è affidata a donne e uomini, chiamati “diffusori”, che attraverso la vendita del mensile costruiscono il loro reddito perché si tratta di persone in difficoltà economica.
Il direttore di questa super iniziativa è Cristiano Lucchi, è un giornalista, lavora all’agenzia Toscana Notizie ed ha alle spalle numerose esperienze nel campo dell’informazione con uno spiccato interesse per il sociale anche come responsabile dell’Altracittà, il giornale della Comunità delle Piagge.
Cristiano, insieme ad un gruppo di colleghi giornalisti, tutti volontari, ha dato la propria disponibilità a dare una mano alla testata che negli ultimi tempi, anche in concomitanza con l’incidere della pandemia, versava in uno stato di difficoltà. Oltre alla direzione infatti è cambiato anche il vertice per la società editrice, la onlus Periferie al Centro, con il nuovo presidente ossia Alessandro Simoni, docente presso il dipartimento di scienze giuridiche dell’Università di Firenze.
Ci sono quindi tutte le premesse per un rilancio della rivista che continuerà ad uscire con cadenza mensile ed avrà una foliazione di 16 pagine, tutte a colori.
E noi della Redazione Linkabile non possiamo che augurare tutta la fortuna di questo mondo è un grosso in bocca al lupo!