Nella giornata di oggi, promossa dall’Asl di Salerno, è iniziata la campagna di vaccinazioni per detenuti nelle carceri di Salerno e Vallo della Lucania e nell’Istituto a custodia attenuata per tossicodipendenti di Eboli.
Oggi sono stati vaccinati 11 detenuti a Salerno, con 19 rifiuti, 11 detenuti ad Eboli e nessun rifiuto, e 11 detenuti a Vallo della Lucania con 16 rifiuti.
“Vaccinarsi è un diritto e un dovere per tutti, una tutela per il diritto alla salute, un obbligo morale per i detenuti. Logicamente è sempre una scelta volontaria. Il ristretto anela alla libertà, quindi un detenuto vaccinato ha più libertà di movimento sia dentro le mura di un carcere sia nelle misure alternative al carcere. Certo sarebbe preferibile la somministrazione del vaccino a dose unica Johnson e Johnson evitando così sia complicazioni burocratiche che svantaggi organizzativi, ma la cosa più importante resta una corretta, trasparente, oggettiva, campagna di informazione sui vaccini. ” Così Samuele Ciambriello, Garante campano dei detenuti , presente oggi nel carcere di Fuorni, accompagnato dal suo staff, all’inizio della campagna di vaccinazione.
Al carcere di Salerno era presente Antonio Maria Pagano, dirigente sanitario dell’Istituto di Fuorni, che sta promuovendo la campagna di vaccinazione anche per gli agenti di polizia penitenziaria (che fino ad oggi contano a Salerno 110 unità vaccinate, ad Eboli 25 unità e a Vallo della Lucania 10), la direttrice del carcere Rita Romano e il comandante Gianluigi Lancellotta.
Ciambriello poi si è recato a visitare i detenuti della sezione di alta sicurezza e quelli in isolamento: “L’alta sicurezza mi ha manifestato problemi che riguardano le telefonate, l’apertura delle celle, i tempi lunghi di ritiro dei pacchi che arrivano attraverso il corriere. Con i detenuti in isolamento ho chiesto e verificato le loro condizioni di salute, ho chiesto la ricostruzione di quanto accaduto venerdì 3 aprile nel momento del ritiro dei pacchi arrivati tramite corriere. Salerno è l’unico carcere della Campania dove davanti al detenuto viene aperto il pacco, controllato lo stesso ed eventualmente estratto tutto ciò che a livello alimentare o altro non può entrare. Tutto questo è sintomo di trasparenza e non violazione della privacy del detenuto ma alcune volte causa conflittualità e discussione, visioni diverse su quello che è giusto o no, su quello che si deve portare in cella”.
Salerno da un po’ di tempo è al centro di un’attenzione particolare da parte della polizia penitenziaria, conseguenza di sequestri di droga e telefonini che arrivano attraverso pacchi; lo scorso anno si è addirittura verificato il sequestro di diversi telefoni che un avvocato tentava di far entrare in carcere.
Ciambriello si è recato presso la “fabbrica di mascherine” dove 10 detenuti sono impegnati nella produzione di 500mila mascherine al mese da distribuire presso gli istituti penitenziari della Puglia, Campania, Sicilia e Calabria.
Ciambriello stigmatizza infine 2 problemi presenti nel carcere : “ la mancanza di agenti di polizia penitenziaria, poichè a fronte di 243 unità previste, ce ne sono 177 impiegabili, ma di questi, tra malattie, legge 104 e congedi, una trentina non sono presenti se non saltuariamente. Dopo le 15 in alcuni reparti c’è un solo agente che funge da controllore, parafulmine, educatore, infermiere. Fuorni è un carcere che ad oggi conta 426 detenuti di cui 41 donne e 52 stranieri, su una capienza regolamentare di 388 detenuti. Quindi sovraffollamento, la mancanza di spazi vivibili, di celle senza doccia, di aree della socialità rappresentano un’ulteriore miccia corta in una situazione già talvolta esplosiva”.