La campagna vaccinale si è finalmente avviata anche all’interno delle carceri campane, dove, dopo alcune settimane durante le quali sono stati vaccinati i componenti del personale amministrativo, dell’area trattamentale e della polizia penitenziaria, le adesioni sono iniziate anche tra la popolazione detenuta. Quest’ultima è infatti stata individuata come categoria prioritaria da vaccinare e quindi proteggere, dato il pericolo che si annida all’interno degli istituti penitenziari, nei quali le persone recluse vivono una promiscuità degli spazi, oltre che una situazione di carenza di condizioni igienico-sanitarie adeguate.
“Esprimo apprezzamento per l’avvio della campagna vaccinale nelle carceri salernitane (63 detenuti vaccinati) e nell’Istituto per minorenni di Nisida, dove oggi 15 giovani ospiti sono stati vaccinati, insieme ad alcuni agenti ed operatori penitenziari. Stigmatizzo erronee interpretazioni giornalistiche e di qualche politico e ricordo che l’attuale piano di vaccinazione contempla e prevede la vaccinazione della popolazione carceraria, nel suo insieme, la quale rientra nelle categorie prioritarie previste dal Ministero della Salute. Vaccinarsi è un diritto e un dovere per tutti, una tutela per il diritto alla salute, un obbligo morale per i detenuti. Logicamente è sempre una scelta volontaria.”, così Samuele Ciambriello, Garante campano delle persone private della libertà personale, che poi ha fornito dei numeri di vaccinati e contagiati nelle carceri italiane: “In Italia i detenuti vaccinati per il momento sono 7393 mentre i vaccinati tra il personale di polizia penitenziaria, amministrativo ed operatori penitenziari è di 17.566 (1982 in Campania). Ci sono oggi 871 detenuti contagiati dal Covid (sei in Campania), mentre sono 683 in Italia gli agenti di polizia penitenziaria contagiati (59 in Campania).”
I dati dimostrano quindi quanto sia urgente non solo proseguire in maniera celere con la campagna vaccinale, ma soprattutto che essa debba essere accompagnata da provvedimenti realmente incisivi di diminuzione della popolazione carceraria, con l’applicazione di misure alternative che riguardino in particolare i detenuti il cui fine pena sia imminente.
A cura di Giusy Santella