L’argomento sulle “pari opportunità” si è diffuso sempre di più in questi ultimi anni diventando uno dei temi più discussi di sempre. Ma le disparità di diritti e di salario tra uomo e donna sono davvero così superate? Vediamo cosa dice a tal proposito l’Italia e l’Unione Europea
La Costituzione Italiana stabilisce il principio delle pari opportunità, cioè: il divieto di discriminazione tra uomini e donne. Ma questo accade davvero? Una donna ottiene gli stessi diritti e lo stesso rispetto di un uomo?
Come riportato dal portale web del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, la crisi economica data dalla pandemia globale da Covid-19, riscontrata a livello internazionale ha avuto forti ripercussioni sulle categorie più deboli, in particolare le donne.
Sebbene il 70% del personale sanitario nel mondo è costituito da donne sono state loro la parte più lesa da questa crisi, anche perchè mentre le scuole erano chiuse, sono state queste ultime a farsi carico della cura dei bambini e della loro istruzione.
Nonostante queste evidenti difficoltà, le donne si sono battute in prima linea per una gestione vincente della pandemia e continuano a battersi per l’uguaglianza di genere, allo scopo di cambiare il proprio futuro sia dal punto di vista personale che da quello professionale.
L’argomento sulle “pari opportunità” si è diffuso sempre di più in questi ultimi anni, ormai tutti ne parlano e spesso si assistono a veri e propri dibattiti che trattano tale tematica. Parlare di “pari opportunità” s’intende parlare della parità tra i diritti dei due sessi, maschile e femminile, raggiunta soltanto 50 anni fa mediante lunghe e difficoltose lotte. Attualmente pensare che 50 anni fa le donne sono dovute scendere in strada per rivendicare i propri diritti fondamentali fa uno strano effetto, sembra un qualcosa di tanto lontano. Invece solo pochi anni fa la donna è riuscita ad ottenere il riconoscimento dei propri diritti.
Parlare di tale argomento oggi può sembrare scontato e banale, ma in passato le donne hanno dovuto organizzare vere e proprie manifestazioni per ottenere un qualcosa che doveva già essere loro ma che non hanno mai avuto.
Già nel 700′ Mary Wollstonecraft si adoperò per affermare i propri diritti in una società ormai dominata dagli uomini. Tuttavia, lei criticava proprio le donne perché considerava le loro menti troppo legate a idee frivole di bellezza e al desiderio di raggiungere una posizione attraverso il matrimonio, ritenuto l’unica via per cui le donne possono elevarsi socialmente ed invitava tali a diventare più rispettabili e più maschi poiché considerava quest’ultimi, al contrario delle donne, razionali e poco superficiali.
Alla base del dibattito sulle “pari opportunità” vi è la distinzione tra “femminismo” e “maschilismo”: con il termine femminismo s’intende l’atteggiamento di chi sostiene la parità politica, sociale ed economica tra i sessi, col termine maschilismo, invece, s’intende un atteggiamento basato sul voler mostrare la superiorità dell’uomo nei confronti della donna. Prima di raggiungere la parità tra i diritti dei due sessi, le donne hanno dovuto combattere un’altra grande battaglia per ottenere il pieno accesso all’istruzione, alle libere professioni e alla ricerca scientifica. Nel corso del tempo, però, nulla è cambiato: durante la Rivoluzione Industriale e ancora oggi in determinati Paesi le donne sono sottoposte a ritmi di lavoro davvero massacranti e i loro stipendi sono molto bassi poiché ritenute inferiori e più deboli rispetto all’uomo.
Nonostante esistano alcune leggi che si occupino di tutelare le donne all’interno del sistema lavorativo, la donna è oggi ancora vittima di discriminazioni.
Tutto ciò che avviene nel mondo del lavoro dimostra che ancora oggi, dopo 50 anni, la donna non è riuscita a raggiungere il completo riconoscimento dei propri diritti.
Nonostante l’evoluzione positiva del tasso d’occupazione femminile, il divario tra retribuzione dei sessi ha rivelato una segregazione del mercato del lavoro o un forte ricorso delle donne al tempo parziale, denuncia la Commissione europea. Pertanto il parlamento europeo aveva avanzato alcune richieste agli stati membri come la
fissazione di un salario minimo nonché di aiutare sia gli uomini che le donne a raggiungere un migliore equilibrio tra il lavoro e altri ambiti della propria vita
L’uguaglianza tra donne e uomini è un valore fondamentale dell’Unione europea infatti nel 2017 l’UE ha presentato un piano d’azione per colmare il divario retributivo tra donne e uomini. Il piano affronta questioni quali gli stereotipi e l’equilibrio tra vita professionale e vita privata e invita i governi, i datori di lavoro e i sindacati ad agire per garantire che la retribuzione delle donne sia determinata in modo equo.
L’Unione europea intende quindi migliorare la vita delle bambine e delle donne in tutto il mondo attraverso le sue politiche, in particolare il quadro per la parità di genere e l’emancipazione femminile che rappresentano tutt’oggi uno scoglio da superare.