«La disinformazione di cui si è reso protagonista il Tg1 è di una gravità assoluta». Sono queste le conclusioni a cui sono giunti i componenti del M5S della Commissione di Vigilanza RAI. Nella lettera, i firmatari Dalila Nesci, Alberto Airola, Mirella Liuzzi, Lello Ciampolillo e Gianni Girotto, pongono l’accento su un servizio che, a detta loro, “distorce la realtà dei fatti, contravvenendo ai principi del testo unico della Radiotelevisione”.
«La questione – scrivono i deputati pentastellati – tocca un argomento profondamente delicato: l’assassinio-esecuzione da parte dei jihadisti del giornalista statunitense James Foley e la guerra al terrorismo condotta dalle forze occidentali». Il giornalista del Tg1 Alberto Matano, che ha condotto l’edizione serale delle ore 20 del 22 agosto, evidenzia quello che dovrebbe essere una visione differente di opinioni all’interno del Movimento di Grillo. Ma, continuano i deputati «la dichiarazione di Matano è assolutamente falsa e non rispondente alla realtà dei fatti. Nel post menzionato Di Battista sviluppa un altro tipo di ragionamento secondo il quale violenza genera violenza e, anzi, definisce l’esecuzione “indecente, barbara, inaccettabile”».
La questione sollevata dai “grillini” evidenzia come nelle reti nazionali, così come sui maggiori quotidiani, sia difficile riscontrare un’informazione corretta, ma ancor di più palesa la difficoltà che ha la Televisione di Stato a trattare taluni argomenti, considerati alla stregua di tabù. Nel corso anche degli ultimi decenni, nonostante l’uso di internet ha fatto registrare una curva quasi verticale, e con esso una maggiore facilità nella fruizione di informazioni e notizie anche in diretta dagli altri paesi, i grandi network italiani hanno continuato ad appiattirsi su posizioni timide.