Ufficialmente Stefano Caldoro sarà domani a Nusco per partecipare al convegno “Alta Irpinia – Area Pilota”, cioè l’individuazione nell’ambito del programma nazionale per le Aree Interne di circa venti paesi per la sperimentazione di progetti e azioni tesi alla creazione di un nuovo modello di sviluppo territoriale che sfrutti al meglio le risorse europee della programmazione 2014-2020. Un’occasione preziosa per l’area del cratere, resa possibile dal lavoro certosino fatto sui territori dall’ex ministro Fabrizio Barca, e portato avanti dal suo successore durante il governo Letta, Carlo Trigilia. In questa fase, dal dialogo tra sindaci e Regione Campania, cui toccherà il compito di mediare in Europa, dovrà essere elaborata la traccia su cui si svilupperà la sperimentazione che da più parti è percepita come una sorta di ultimo treno per l’Irpinia. Dall’individuazione di progetti e idee di sviluppo valide dipenderà molto del futuro di questa terra, della qualità della vita della sua gente, della ripresa economica e dell’occupabilità dei suoi giovani. Gli ultimi dati sull’emigrazione parlano infatti dell’Alta Irpinia come di un territorio che ogni anno perde un paesino di 2000 abitanti: un territorio che progressivamente e in modo costante va desertificandosi in termini umani, di strutture e servizi. La natura cruciale di questo appuntamento con il futuro ha caricato di attese il convegno di domani e non è passato inosservato il luogo scelto per l’incontro tra Caldoro e i sindaci: la Nusco del neo sindaco Ciriaco De Mita.
Ufficialmente –dicevamo – si parlerà di sviluppo, e portare il governatore a Nusco potrebbe essere un tentativo di De Mita di inserire il suo Comune (oggi non presente) nell’area pilota. Inevitabilmente però la visita del governatore campano innesca almeno due riflessioni di natura politica in vista dell’imminente rinnovo di Consiglio e Giunta regionale. I centristi in Regione hanno governato con Caldoro in questi anni: il nipote di Ciriaco, Giuseppe De Mita, è stato fino all’elezione in Parlamento il vicepresidente della Giunta. L’area demitiana fa storicamente da ago della bilancia non solo in Irpinia, per cui è ipotizzabile che il governatore accettando l’invito a Nusco voglia rinsaldare – al di là del momento istituzionale – il legame con l’alleato, legame che è andato un po’ raffreddandosi nel tempo. Dall’altra parte però la mossa dell’ex presidente del Consiglio risulta interlocutoria soprattutto nei confronti del Pd che in questa parte della provincia, seppur claudicante dopo le ultime amministrative, continua a fare la voce grossa e ha una posizione molto critica nei confronti dell’operato della Regione. La necessità di superare campanilismi e divisioni partitiche, il bisogno di riscoprirsi o sentirsi per la prima volta comunità oltre i singoli Comuni, la volontà di far prevalere la coesione a scapito dei personalismi, potrebbe convincere anche i democratici più diffidenti a tendere la mano allo storico leader della DC aprendo scenari interessanti (della serie “meglio con noi, che contro..”) nella corsa a Palazzo Santa Lucia.