C’era bimbi che giocavano e si rincorrevano, subito dopo che i vigili del fuoco erano andati via nella tarda mattinata. Erano già stati allertati, infatti, per dei piccoli crolli. All’improvviso, mentre tutto sembrava tranquillo, viene giù parte di un solaio della casa. Tutti iniziano a scappare. Passa meno di un quarto d’ora e viene giù tutto.
Via Aurora, Quadrilatero Carceri, Torre Annunziata.
Lo scenario è quello di un pezzo di terra abbandonato dal dopoguerra. Palazzi fatiscenti, intonaco inesistente e crolli dai balconi: il tutto recintato come fosse una zona off limits. È tra le stradine del quartiere a sud di Torre Annunziata che oggi si è sfiorata una tragedia più volte annunciata. Sono tutte case private, sopravvissute allo scoppio dei carri nel 1946 e al terremoto dell’80. Ma il tempo, si sa, è meno clemente.
Si riversano in strada centinaia di persone, tutti i soccorsi allertati. Subito sul posto le forze dell’ordine che transennano quei vicoletti per permettere le operazioni di soccorso. I vigili del fuoco lavorano con tutti i mezzi a disposizioni: utilizzano una sonda per verificare eventuali persone intrappolate sotto le macerie. Poco dopo arrivano anche i cani per fiutare la presenza di civili inermi. Attimi di terrore che si trasformano in rabbia e frustrazione per l’assenza atavica delle istituzioni da quella zona.
Il sindaco Giosuè Starita è accorso subito sul posto e vi resta fino alle 17, quando ha convocato una riunione di giunta straordinaria per decidere le prime misure da adottare: «Alloggi temporanei per gli sfollati, messa in sicurezza degli altri edifici» ma soprattutto «un’incisiva sollecitazione verso la Regione Campania affinché proceda a conferire le risorse previste nelle delibere di giunta regionale, approvate nel 2009 e successivamente revocate dalla Giunta Caldoro».
Il nucleo delle richieste è proprio questo: fondi stanziati e revocati, dalla Regione e dal Ministro Passera.
Torre Annunziata, Napoli, l’Italia crolla. Lo Stato aspetta.