I talebani promettono un’amnistia e invitano le donne ad entrare al governo, “ma secondo le regole della Sharia”, la legge islamica. Lo dice, citato dalla Associated Press, Enamullah Samangani, membro della commissione Cultura degli insorti, in una delle prime indicazioni su come i talebani, vittoriosi sul piano militare, intendano governare l’Afghanistan. Un’affermazione che sembra voler indicare una svolta moderata degli ‘studenti islamici’, un tempo autori di lapidazioni di donne, mutilazioni e esecuzioni in piazza, ma che viene accolta con scetticismo da molti afghani ed osservatori internazionali.
“L’Emirato Islamico non vuole che le donne siano vittime – ha affermato Samangani -. Dovrebbero far parte del governo, secondo i dettami della Sharia”, ma non ha chiarito cosa ciò significhi. “Tutte le parti dovrebbero unirsi” al futuro governo, ha aggiunto. Ha poi evocato un’amnistia, ma anche in questo caso senza chiarire chi ne beneficerebbe: alcune fonti a Kabul dicono che i combattenti islamici hanno già stilato liste di afghani che hanno cooperato con le forze straniere e per questo ricercati.
“Ieri 8 feriti in condizioni gravi sono stati ricoverati nel nostro ospedale, altri 9 erano già morti all’arrivo. Di questi 4 provenivano dall’aeroporto, dove si sono registrate sparatorie”. Così Alberto Zanin, medical coordinator del Centro per feriti di guerra di Emergency a Kabul. “Nelle ultime 24 ore – ha aggiunto – abbiamo ricevuto 63 persone: 46 hanno ricevuto le prime cure in pronto soccorso e sono state trasferite in altri ospedali. Stiamo ammettendo solo pazienti in pericolo di vita. Al momento i posti letto occupati sono 99”.
“La priorità è l’evacuazione degli afgani che lavoravano per gli Stati Ue, ma lavoriamo per un approccio complessivo” dei migranti dall’Afghanistan “che fornisca una strada legale e sicura, affrontando i rischi dell’immigrazione illegale”, ha detto un portavoce della Commissione Ue. “Sono elementi che vanno discussi a livello politico nei prossimi giorni”, ha aggiunto il portavoce, spiegando che la commissaria agli affari interni, Ylva Johansson, incontrerà oggi il commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi, proprio per avviare il confronto.
Sono 3300 i cittadini afgani evacuati nelle ultime ore dai militari britannici nell’ambito del ponte aereo in corso da Kabul dopo la travolgente avanzata dei Talebani nella capitale e nel Paese. Lo ha detto a Bbc Radio 4 il ministro degli Esteri, Dominic Raab, precisando che l’operazione va avanti e che prosegue anche il rimpatrio di cittadini britannici tuttora presenti in Afghanistan, con altre 150 persone rientrate solo domenica. Raab ha definito “angoscianti” le drammatiche scene del fuggi fuggi in aeroporto, ma ha aggiunto che stamane “la situazione appare più stabile” dopo l’arrivo di “altri militari britannici e americani”.
Il governo di Berlino interrompe gli aiuti allo sviluppo dopo la presa del potere dei talebani in Afghanistan: lo rende noto il ministro tedesco per la Cooperazione Gerd Mueller, secondo quanto riferisce la Dpa. L’Afghanistan è il principale destinatario degli aiuti umanitari tedeschi. Per quest’anno erano previsti 250 milioni, che tuttavia non erano ancora stati versati. Il ministro ha invitato tutto il personale tedesco coinvolto in attività di aiuto e cooperazione a lasciare il paese. Il primo aereo militare tedesco ha portato in salvo però al momento solo 7 persone, sui 150 posti disponibili, ha confermato la Dpa.
E’ atterrato, intanto, sulla pista dell’aeroporto di Kabul il secondo aereo militare tedesco. Lo rende noto Bild. L’ambasciata tedesca ha già contattato un primo gruppo per l’evacuazione, ha scritto via twitter il ministro Maas. Il primo era partito nella notte con a bordo 7 passeggeri.