E’ stata una manifestazione pacifica, quella che venerdì pomeriggio ha provato ad accendere i riflettori e sensibilizzare cittadini e istituzioni sull’inquinamento ambientale della Valle del Sabato, nell’avellinese. Un’area non molto estesa, poco più di tre chilometri quadrati da Atripalda fino a Prata Principato Ultra, che abbraccia la periferia del capoluogo irpino, a partire dal quartiere di Borgo Ferrovia dove primeggiano lo scheletro della ex Isochimica e il suo amianto.
Una Valle del Sabato stressata sul piano ambientale dalla più alta concentrazione di fabbriche di tutta la provincia, per un totale di circa 5mila lavoratori, cui nel tempo si è aggiunta l’ingombrante presenza dello Stir di Pianodardine con le sue ecoballe. Quaranta mila in tutto, ognuna del peso di circa una tonnellata, che stazionano nell’impianto di tritovagliatura e imballaggio. Ad esse si è temuto recentemente che dovessero aggiungersi i rifiuti calabresi dopo l’accordo tra Palazzo Santa Lucia e la Regione Calabria. Tre Procure (Santa Maria Capua Vetere, Benevento e Avellino) al lavoro sulle acque del Sabato, uno dei fiumi più inquinati del sud Italia, causa cattivo funzionamento degli impianti di depurazione e sversamenti illeciti.
Per denunciare le criticità ambientali di questa fetta di hinterland avellinese, le associazioni Briganti d’Irpinia e Sos Pianodardine hanno promosso il corteo “A chiena” che si è mosso proprio da Borgo Ferrovia fino ad Arcella. Diversi i rappresentanti istituzionali presenti, a partire dai sindaci di Avellino Paolo Foti, di Montefredane Valentino Tropeano, di Chiusano San Domenico Carmine De Angelis, di Sirignano Raffaele Colucci, di Prata Gaetano Tenneriello, e Mercogliano Massimiliano Carullo. Con loro si sono visti alcuni consiglieri comunali, il deputato cinque stelle Carlo Sibilia, il segretario cittadino Costantino D’Argenio e quello provinciale Tony Della Pia di Rifondazione Comunista e ancora esponenti del mondo sindacale, con Cgil e Ugl in testa.
Sullo sfondo di una manifestazione che si propone solo come un momento iniziale di lotta per la bonifica di questo territorio, i recenti sopralluoghi dei militari del Noe di Salerno all’interno dello Stir di Pianodardine in seguito alla segnalazione da parte dell’Arpac della presenza di metalli fuori norma. La convinzione dei cittadini e delle associazioni è che questa sia l’ennesima ramificazione di quella Terra dei fuochi che troppo frettolosamente viene collocata nel solo casertano.