Sono sincera miei cari lettori, mi aspettavo di più. Il pari contro il Leicester mi ha lasciato l’amaro in bocca. Sempre giusto e doveroso rispettare l’avversario, che sin dalla vigilia era stato delineato come uno dei piu’ temibili del panorama calcistico inglese ma, se andiamo a rivedere le reti subìte dal Napoli, notiamo che si sono verificate per gravi incertezze difensive.
Se volessimo fare un’attenta analisi, potremmo sicuramente affermare che, Spalletti ha scelto Insigne e Zielinski dall’inizio, ha fatto traslocare Di Lorenzo a sinistra dando fiducia a Malcuit e ha confermato la volontà di giocarsela senza fare calcoli. L’inizio di partita, però, è stato difficile perché il Leicester (nonostante i tanti titolari in panchina a partire da Vardy) è partito con il piede abbassato sull’acceleratore, ha spaventato Ospina con Barnes e poi lo ha infilato con Perez, con uno dei classici gol subito dal Napoli con il cross sul secondo palo e l’avversario rimasto libero senza marcatura. Il vantaggio trovato, invece di galvanizzare il Leicester, ha galvanizzato il Napoli, che è salito in cattedra e ha creato una lunga serie di occasioni: Insigne, Osimhen, Malcuit non sono stati precisi, poi clamorosi sono stati gli errori in sequenza di Zielinski, Insigne, Osimhen e Lozano. Il Napoli ha chiuso il primo tempo sotto 1-0, ma con 15 tiri fatti contro 5.
Dunque, dopo i primi 20′ spaesati e subito il vantaggio, il Napoli si è come scrollato di dosso qualche apprensione di troppo mostrando le sue qualità, pur di fronte a un Leicester che schierava più seconde linee rispetto alle scelte iniziali di Spalletti. Il macigno del 2-0, arrivato tra l’altro subito dopo un altro gol inglese annullato per fuorigioco, sembra mettere una pietra tombale al match ma la fiammata di Osimhen al 69′ è carburante per la voglia di rivalsa dei suoi.
Ed è proprio qui che si vede una prima discontinuità rispetto al recente passato azzurro: come contro la Juve, il Napoli ha saputo rimediare allo svantaggio mostrando quel cambio di mentalità che ha limitato le ambizioni dell’ambiente negli anni scorsi. Il primo merito di Spalletti è dunque questo, aiutato da un Osimhen in forma esagerata. Ok i due gol, bellissimi entrambi nella loro diversità (accelerazione e zampata nell’1-2, stacco imperioso nel 2-2), ma il nigeriano era stato il migliore dei suoi anche prima della doppietta. Il processo di crescita della squadra non può prescindere da quello del suo bomber.
Anche senza i tre punti in tasca, miei cari lettori, non ci resta che goderci la straordinaria cartolina regalataci da Osimhen, autore di una doppietta da urlo, con l’esultanza del 2-2 ad un metro dai tifosi del Napoli in festa. Questo e’ il calcio che ci piace, se si puo’ fare un’eccezione (almeno per i gol) anche in casa ovvero che ci si puo’ allontanare momentaneamente dal proprio posto per esultare, non sarebbe male.