Di pochi giorni fa la notizia della prima adozione in Italia per una coppia gay. Il tribunale di Roma ha esteso alla convivente della madre della bambina i diritti genitoriali relativi all’adozione. Le due donne, sposate all’estero, si erano rivolte all’Associazione italiana avvocati famiglia e minori, per procedere con il ricorso per l’adozione e il tribunale ha dato loro ragione. La notizia ha dato luogo a diverse reazioni in tutti i partiti.
Mentre il sottosegretario alle Riforme, Ivan Scalfarotto, parla di “sentenza storica” e continua: «La magistratura ha aperto la strada; ora bisogna che a questi casi pensi la legge», Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, interviene a gamba tesa: «Ancora una volta la magistratura si sostituisce alla legge, emanando una sentenza ideologica e drammatica in tema di adozioni».
Alle parole della Meloni è seguito poi una raccolta firme per una proposta di legge CONTRO le adozioni gay pubblicizzata su Facebook da un manifesto su cui troneggia la scritta “un bambino non è un capriccio” .
L’immagine raffigura quattro persone, una coppia di uomini e una coppia di donne che sorreggono un bambino per le braccia e per i genitali. Le quattro figure sono abbastanza torve, un po` stile “brutti sporchi e cattivi”, il neonato, nudo, appare un pò a disagio.
«I fascisti di Fratelli d’Italia hanno utilizzato questa immagine per descrivere le coppie gay: sguardi torvi, orecchini, tatuaggi (a simboleggiare il male, ovviamente) e un bambino in mezzo, come fosse conteso», scrive in un post un altro utente su FB.
La foto fa discutere sui social, il mondo gay si indigna, si leggono commenti tipo: «e poi dicono che l’omofobia non è un problema, in quelle facce c’è tutta la rappresentazione del loro odio» e ancora «è una porcata comunicativa», «Pessimo manifesto…facce incazzose e bambino in posizione scomodissima…», «Una vera vergogna questa campagna di Fratelli d’Italia e non solo per la scelta della foto perché ancora una volta si cavalcano possibili paure per sola propaganda politica. Carissimi i diritti non sono capricci, questi rappresentano la base di una società civile e democratica».
Ma poi qualcuno si accorge che la stessa foto, senza il logo del partito di destra, appare nel portfolio delle opere di Oliviero Toscani.
Si, “quel” Toscani, l’Oliviero nazionale, quello delle pubblicità della Benetton, quello dei bambini dalla pelle di ogni colore che sorridono all’obiettivo vestiti di pullover colorati. Quello della foto della madre nera che allatta il bimbo bianco, quello della campagna contro l’anoressia, il fotografo più famoso d’Italia che per la sua arte ha ricevuto riconoscimenti in tutto il mondo.
Quello che meraviglia è che Toscani è da anni impegnato al fianco del Movimento Radicale (per cui è anche in passato stato candidato più volte) nelle lotte per i diritti civili, e non sembra possibile che possa condividere le posizioni del partito della Meloni.
Tale pensiero diventa una certezza quando su Twitter il fotografo milanese minaccia denuncia.
Il fatto che poi la foto, accompagnata da frasi ad effetto, abbia generato reazioni forti, pone una antica questione: conta di più l’immagine o la parola? In questo caso il popolo del web non ha notato la discordanza, tanto che la fotografia sembrava agli occhi dei più avere lo stesso significato delle parole. Oliviero Toscani spiega cosa voleva rappresentare nella sua foto intitolata “famiglia homoparentale” scattata nel 2012, con ben altre intenzioni a quelle a cui oggi è stata prestata: «Quella ‘rubata’ da Fratelli d’Italia era una fotografia per un giornale fatta per illustrare le varie famiglie che possono esistere, comprese quelle monoparentali, esattamente il contrario dell’uso che ne hanno fatto Meloni & Co. Quindi c’è anche una lesione morale oltre che legale nei miei confronti».
Intanto Federico Mollicone, responsabile comunicazione di Fdi-An prova a riparare: «Gentile Oliviero Toscani, la foto in questione è stata presa dal web da una nostra realtà locale ma non è un’iniziativa ufficiale. I ragazzi l’hanno usata perché non aveva il copyright indicato e pertanto considerata di pubblico dominio. Abbiamo dato indicazione di sostituirla. Nel merito, ci scusiamo per l’accaduto perché rispettiamo il diritto d’autore. Buon lavoro».
Toscani dalla sua fa sapere che intende chiedere il massimo del risarcimento per poi donarlo in beneficenza a qualche associazione che si occupi dei diritti dei gay.
La foto intanto continua a circolare sui social, e le notizie rimbalzano sui quotidiani on-line. Restano lontanissime le posizioni politiche dei vari partiti. La polemica innescatasi, a giudicare dallo scambio di tweet al vetriolo intercorso nelle ultime ore tra Giorgia Meloni e Wladimir Luxuria, sembra destinata a non placarsi.