Sono già state avviate le procedure per richiedere lo stato di calamità naturale, mentre continua a piovere ed è impossibile abbozzare una stima dei danni della bomba d’acqua che a partire da questa mattina, a più riprese, si è abbattuta su tutta la provincia di Avellino. Colpita in particolare la Valle dell’Irno. Solofra e Montoro i due Comuni del versante irpino che hanno avuto la peggio: le intense e violenti piogge di queste ore hanno allagato abitazioni e strade e provocato smottamenti in centro e nelle frazioni.
A Solofra è delicata la situazione nel quartiere Santa Lucia e all’altezza del ponte di San Nicola a causa di una frana, così come è completamente allagata Piazza Marello; a Montoro invece, in località Misciano e Pisana, lo straripamento del torrente Solofrana ha interessato fondi agricoli e diverse abitazioni rimaste senza fornitura idrica e isolate, per il crollo di un ponticello lungo la via d’accesso. Ma il bollettino delle forze dell’ordine racconta anche del raccordo SA-AV chiuso per ore all’altezza di Montoro perché la carreggiata si è trasformata in un fiume in piena che ha costretto gli automobilisti a cercare riparo sui cavalcavia, mentre alcune auto planando sull’acqua hanno mandato il traffico in tilt. La Protezione Civile regionale ha attivato un numero di emergenza (0825/534253) e segnalato possibili precipitazioni nell’arco delle prossime 24 ore.
Si contano i danni quindi, che per fortuna non comprendono vittime, e si guarda con preoccupazione alla montagna sperando che la natura si dimostri clemente più di quanto l’uomo e la cementificazione selvaggia abbiano fatto con essa. Intanto monta la polemica. L’area interessata dall’alluvione di oggi infatti è indicata nel Piano per l’Assetto Idrogeologico dell’ex Autorità di Bacino del Sarno, e di conseguenza nel Piano Territoriale Provinciale di Avellino, come a elevato rischio idraulico e segnata come prioritaria nella scala degli interventi e delle azioni di mitigazione del rischio. Dalle parole su carta però ancora non si è passati ai fatti. Duro il commento di Tony Della Pia, segretario provinciale di Rifondazione Comunista: “In Irpinia e in Campania le risorse pubbliche sovente vengono spese per opere faraoniche inutili se non dannose, mentre nessuna seria programmazione è orientata al riassetto e alla messa in sicurezza del territorio”.