Continuano le proteste contro il Green Pass. La giornata di sabato 6 novembre ha visto manifestanti occupare le strade di Milano, qui la manifestazione si è conclusa oltre il limite delle 21 previsto dalla Questura e con 10 denunciati, Trieste, dove si è registrata da diversi giorni un’impennata di contagi e si sono riversate in strada circa 8mila persone e Torino, dove al grido di «Senza paura della dittatura», i no pass hanno raggiunto piazza Vittorio per poi dare luogo a un «aperitivo no Pass», tutto rigorosamente senza mascherine.
Accade mentre il clima di tensione non sembra placarsi e continuano a verificarsi atti vandalici contro medici e operatori sanitari. Tra gli ultimi segnalati, c’è Bologna, dove quattro auto dei medici del poliambulatorio Mengoni sono state danneggiate e lasciate con gomme bucate e vetri rotti, così da impedire lo svolgimento regolare dell’attività domiciliare medico-infermieristica delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale che in questo periodo di emergenza possono essere attivati dai medici di famiglia per eseguire interventi al domicilio dei pazienti affetti da covid. Poi scritte sui muri e cartelloni pubblicitari a Pesaro contro la campagna vaccinale.
Continuano anche le aggressioni ai giornalisti: a Milano è stata (nuovamente) aggredita la troupe di Fanpage, a Trieste un cronista de Il Piccolo è stato colpito con una testata. Un altro contestatario, invece, ha colpito con una manata prima il microfono e poi la telecamera di una televisione locale che stava riprendendo la protesta.
Una strategia del caos, quella messa in piedi da no vax che s’innesta mentre in tutta Europa continuano a salire i contagi e i principali Paesi stanno mettendo in atto una serie di restrizioni ad hoc, a partire da lockdown mirati solo per le persone non immunizzate, come accadrà in Austria dall’ 8 novembre. L’Italia resta tutta in zona bianca ma anche qui si registra un incremento dei nuovi positivi (6.764), con 13 regioni a rischio (quella con i dati peggiori è il Friuli Venezia Giulia), ovvero sopra la soglia di contagio e che rischiano di cambiare fascia di colore prima delle festività natalizie. Il tasso di positività nel Paese è salito all’1,4 per cento.
Si passa dalla zona bianca a quella gialla se l’incidenza settimanale di nuovi positivi supera i 50 casi ogni 100mila abitanti, il tasso di occupazione in area medica va oltre il 15% e quello di occupazione in terapia intensiva oltre il 10%.
Ecco quali sono le regioni che hanno superato i 50 casi settimanali: Calabria (52,5%), Campania (56,9), Emilia Romagna (56,1), Friuli Venezia Giulia (139,6), Lazio (63), Liguria (52,1), Marche (50,2), provincia autonoma di Bolzano (189,1), provincia autonoma di Trento (63), Sicilia (51,7), Toscana (57,7), Umbria (51,4), Veneto (75,3).