Situata nel cuore di Napoli, tra via dei Tribunali e la famosa Spaccanapoli, San Gregorio Armeno è una delle vie più celebri della città partenopea. Passeggiare a San Gregorio Armeno significa riuscire a vivere a pieno le tradizioni napoletane. Questa storica strada offre la possibilità di apprezzare l’arte presepiale durante tutto l’anno, la cura dei dettagli con cui si realizza un pastore o un presepe, osservare tutte le botteghe e respirare un’aria natalizia.
Inoltre, è possibile visitare anche le tante e bellissime chiese, come: la chiesa di San Gregorio Armeno, il Gesù Nuovo, il Chiostro di Santa Chiara, la Basilicata di San Lorenzo Maggiore. Oltre a deliziare la vista si può deliziare anche il palato con tanti prodotti tipici napoletani: pizze, sfogliatelle, babà, cuoppi, fritture e tanto altro.
San Gregorio Armeno è, quindi, un luogo importantissimo per il turismo napoletano.
Mesi fa è stata evidenziata dal nostro giornale la difficile situazione in cui versavano e, purtroppo, continuano a versare, le attività commerciali di questa famosissima strada. Ad oggi, la situazione è leggermente migliorata ma la totale ripresa è un traguardo non semplice da raggiungere. A seguito della pandemia, numerose botteghe sono state costrette a chiudere o si sono ritrovate in situazioni economiche non facili da gestire.
A questo proposito, Linkabile ha intervistato Marco D’Auria, proprietario della bottega omonima.
“Nell’anno del Covid, dal momento in cui si è venuto a conoscenza del virus fino a quando è iniziato il lockdown, c’era il deserto. Calcolando che parliamo di Marzo, quindi non era neanche un periodo molto trafficato, però qualche turista c’era. Napoli è sempre stata una meta turistica molto apprezzata, quindi ogni giorno dell’anno era possibile trovare gente. C’è stato proprio un calo totale. Addirittura le persone del quartiere non le vedevi più. Una volta chiusi abbiamo vissuto momenti di grande preoccupazione“, ha dichiarato D’Auria.
Il Covid non è l’unico ostacolo
Il calo delle vendite dei prodotti artigianali di San Gregorio è dovuto, però, anche ad altri fattori. Tra i principali D’Auria ha evidenziato “il cambio generazionale e il poco interesse di tenere vive determinate tradizioni“. Inoltre, ha aggiunto: “Acquistare un pastore, un presepe o una natività è una cosa che fa un appassionato. Questo tipo di tradizione e passione, per quanto possa essere trasmessa, le nuove generazioni è difficile che la comprendano”.
Ciò che danneggia ulteriormente questo tipo di attività artigianale è anche la contraffazione e la produzione made in China. Infatti, è sempre più facile e frequente trovare prodotti non lavorati a mano e non originali delle botteghe di San Gregorio, ma che vengono comunque spacciati come tali.
“La mia salvezza, in questo periodo così difficile, è senza dubbio vendere tramite il sito e-commerce“, ha affermato. Questa bottega quindi, come tante altre della zona, è riuscita a non abbattersi: ha trovato il modo per innovarsi e continuare a lavorare.
Una grande opportunità di ripresa: la Fiera
Nei prossimi giorni, la Fiera di San Gregorio Armeno dovrebbe riprendere vita. Dopo le numerose polemiche e dibattiti sull’avvio dell’evento, la nuova amministrazione della città partenopea sembra propensa a concedere i permessi. Non si ha ancora una data certa di inizio, ma nei prossimi giorni sicuramente continueranno i preparativi, iniziati oggi con l’allestimento dei gazebo. Gli artigiani quest’anno, infatti, hanno presentato un piano per installare nuovi gazebo tutti dello stesso tipo e colore, corredato da un’organizzazione dei flussi di turisti anti-Covid.
Si spera quindi che, grazie al ripristino e rinnovamento della Fiera, questa meravigliosa strada ricca di storia, passione e tradizione riesca a risollevarsi e continuare a trasmettere la sua magica ed inimitabile atmosfera, soprattutto in un periodo speciale come quello di Natale.
Di Vincenza Volpe