Ieri pomeriggio, presso l’Università Federico II di Napoli si è tenuta una conferenza durante la quale sono intervenuti i rettori degli atenei del Mezzogiorno, dall’Abruzzo alla Sicilia, per discutere di “Pnrr e le opportunità di ricerca e formazione nel Mezzogiorno”.
L’evento si è svolto nell’Aula Magna Storica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II dove, inoltre, è intervenuto il Sindaco di Napoli. Gaetano Manfredi ha dichiarato:
“ La vera vittoria del Paese non è solo spendere i soldi, ma spenderli per raggiungere l’obiettivo di avere un Paese più coeso, che cresca di più e riduca i suoi divari. Il Pnrr deve essere un progetto di valorizzazione della formazione perché solo in questo modo possiamo affermare che il Pnrr ha funzionato”.
Alle regioni del Mezzogiorno, secondo le stime del ministero per il Sud, andranno circa 82 miliardi di euro dei fondi “territorializzabili”. Ovvero quelli per progetti con ricadute su territori specifici. Il totale del Pnrr è di poco superiore a 221 mld €, con oltre 191 mld € provenienti dal dispositivo europeo e circa 30 mld € dal Fondo complementare al Pnrr.
“Il dato che è stato rilanciato parecchie volte, – dichiara il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca – cioè che il 40% delle risorse del Pnrr va al Sud, è molto aleatorio. Se volessimo ragionare alla tedesca, dovremmo dire che, per recuperare il divario, avremmo bisogno del 60% di risorse vere”.
Il rettore dell’Università di Napoli Federico II, Matteo Lorito, non ha mancato di esprimere le proprie considerazioni riguardo l’arrivo dei fondi destinati all’università e alla ricerca. Secondo il rettore, infatti, esso costituisce un momento storico. “Sono previsti quattro grandi interventi per l’università, complessivamente circa 6 miliardi, con i bandi che usciranno nei prossimi mesi”, spiega Lorito.
Si tratta di un’occasione unica per le università meridionali ed in particolare per l’università più autorevole, nonché grande, del Mezzogiorno, la Federico II. Proprio nel meridione sarà destinato il 40% dei fondi europei previsti dal piano. Grazie a una parte dei fondi arrivata già ad agosto, Lorito dichiara che l’università ha potuto finanziare 164 posizioni di ricercatore universitario junior.
«Speriamo che questa pioggia di fondi ci darà la possibilità di svolgere delle attività nuove. Questi fondi non possono essere utilizzati per motivi strutturali. Ma per qualcosa che deve essere collegato a un’innovazione: la transizione green e l’innovazione per il digitale», conclude il rettore.
Il Pnrr, quindi, è parte di una più ampia e ambiziosa strategia per l’ammodernamento del Paese. Il Governo
intende aggiornare le strategie nazionali in tema di sviluppo e mobilità sostenibile; ambiente e clima; idrogeno; automotive; filiera della salute.
L’Italia deve combinare immaginazione, capacità progettuale e concretezza, per consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale.