La storia di Patrick Zaki, studente egiziano e ricercatore all’Università di Bologna, continua a muovere animi e coscienze. Da tempo si susseguono processi, udienze, sentenze, non ultima quella che si è tenuta da poco a Mansura, durata solo 4 minuti. Come riporta Fanpage, Patrick Zaki sarà scarcerato ma non è assolto dalle accuse a suo carico e resterà dunque sotto processo.
Al momento non si conoscono i tempi della scarcerazione. Un’altra udienza è fissata per febbraio.
Si evince da Fanpage che in tribunale oggi erano presenti, come nelle due precedenti udienze, anche diplomatici italiani e, su richiesta dell’Ambasciata italiana, pure di altri Paesi per monitorare il processo come prima avevano fatto per tutte le sessioni di rinnovo della custodia cautelare. Da mesi si stanno susseguendo appelli alle istituzioni nostrane ed europee affinché potessero intervenire a favore di Patrick.
Zaki è stato da poco trasferito dal carcere cairota di Tora ad una prigione di Mansura.
Arrestato nel febbraio del 2020, dopo essere rientrato in Egitto per una vacanza.
Il rinvio a giudizio è stato causato dalla diffusione di notizie false in merito a tre articoli scritti da Zaki, tra cui uno del 2019 sui cristiani in Egitto perseguitati dall’Isis e dalla società musulmana.
Patrick, prima dell’udienza, ha risposto ad un diplomatico italiano che gli ha chiesto come stesse: “Bene, bene, grazie”, alzando il pollice.
Forse è davvero arrivato il momento, per il giovane, di riacquistare la sua libertà.