L’annuncio del blocco dei contratti pubblici anche per il 2015, che lascia così i salari degli statali fermi al 2010, ha provocato la inevitabile reazione dei sindacati. Sull’argomento linkabile.it ha raccolto il commento del segretario generale della Cgil Campania Alfredo Garzi per il quale «il blocco dei contratti lede un diritto che oggi non viene riconosciuto ai lavoratori pubblici cosa che invece accade per il settore privato. Va poi registrato un atteggiamento del governo che risulta molto contraddittorio».
In che senso, segretario?
«Ad aprile le voci del blocco stavano girando. Blocco che noi già avevamo denunciato. Infatti, dentro i documenti economici che si stavano preparando non c’erano le risorse economiche per i rinnovi contrattuali. Il ministero dell’Economia smentì questa preoccupazione che noi sindacato avevamo lanciato. Nell’agosto scorso lo stesso Renzi parlava di fantasticherie e, poi, ai primi di settembre la ministra Madia ha invece annunciato tranquillamente l’ulteriore blocco dei contratti».
Ci spiega qual è la situazione attualmente?
«I contratti sono bloccati dal 2009 perché l’ultimo rinnovo ha riguardato il biennio economico 2008/9 e con questo ulteriore blocco a partire dal 2010 saltiamo due tornate contrattuali. Mi piace precisare che il sistema contrattuale riguarda un triennio e speravamo almeno per il triennio 2012/15 di poter vedere il governo seduto intorno ad un tavolo per ragionare del rinnovo contrattuale. Da parte nostra era un segnale di disponibilità del riconoscimento di un diritto».
Lei ha parlato di due tornate contrattuali, che significa?
«Questo significa che data l’inflazione e tutti i mancati rinnovi stiamo parlando di una perdita che a secondo del settore va da 4800 a 7000 euro in termini potere di acquisto. Quindi, parliamo di un danno grave rispetto ai dipendenti. Non si capisce perché i lavoratori debbano pagare in tale dimensione una situazione di crisi che riguarda tutto il paese. Stiamo lavorando per individuare le forme più efficaci di opposizione a questo ulteriore blocco del governo».
Si pensa ad iniziative forti?
«Sicuramente non rimarremo fermi, ci stiamo confrontando con la Cisl e la Uil perché per noi il terreno unitario è quello prioritario volendo chiamare i dipendenti ad una mobilitazione. Nei prossimi giorni decideremo quali saranno le forme. Ma non c’è dubbio sul fatto che qualcosa si farà. Va anche detto che per la prima volta le forze di polizia sono scese in campo per denunciare questa violazione dei diritti e anche qui va chiarito un fatto. Ovvero arrivare ad una mobilitazione che tra l’altro è uno strumento consentito e previsto dal nostro sistema legislativo non può essere visto come ricatto, ma come uno strumento appunto che una delle parti ha per cercare di rivendicare dei diritti».
Le forze sindacali tutte unite in questo momento?
«Sicuramente si troverà il modo unitario per contrastare questa decisione».
Lei da poco è alla guida della Cgil Fp Campania. Quali sono le priorità del sindacato in questo momento?
«In questo territorio una delle situazioni più serie è sicuramente quella della sanità. Il giudizio espresso anche unitariamente è questo: la giunta Caldoro sta in buona parte smantellando quello che è il servizio sanitario nazionale. Per noi, dunque, la sanità rappresenta la priorità perché riguarda in maniera diretta tutti i cittadini della Regione. L’altro punto importante che abbraccia purtroppo più settori è quello dell’occupazione e, quindi, il mantenimento del posto di lavoro. Infatti, viviamo quotidianamente situazioni di crisi con perdite di posti di lavoro nei settori privati che afferiscono ai servizi pubblici che noi rappresentiamo».