Nel 2020 i nati sono 404.892 (-15 mila sul 2019). Il calo (-2,5% nei primi 10 mesi dell’anno) si è accentuato a novembre (-8,3% rispetto allo stesso mese del 2019) e dicembre (-10,7%), mesi in cui si cominciano a contare le nascite concepite all’inizio dell’ondata epidemica. Lo rileva l’Istat. La denatalità prosegue nel 2021. Secondo i dati provvisori di gennaio-settembre le minori nascite sono già 12 mila 500, quasi il doppio di quanto osservato nello stesso periodo del 2020. Tale forte diminuzione è da mettere in relazione al dispiegarsi degli effetti negativi innescati dall’epidemia da Covid-19, che nel solo mese di gennaio 2021 ha fatto registrare il maggiore calo di sempre (quasi 5.000 nati in meno, -13,6%).
“Oggi la gente non vuole avere figli, almeno uno. E tante coppie non vogliono. Ma hanno due cani, due gatti. Sì, cani e gatti occupano il posto dei figli”. Lo ha denunciato il Papa parlando a braccio all’udienza generale. Bergoglio ha incentrato la catechesi dell’altro giorno sul tema della paternità e maternità. ma veniamo al Sud.
Vogliamo far tornare a far fiorire il Sud? Allora bisogna tornare a curare e coltivare il terreno fertile che sono i giovani. Guardiamo alcuni dati preoccupanti. Gli attuali ventenni meridionali sono 235mila,i ragazzi di 10 anni sono poco più di 200mila.I bambini di 1 anno sono 175mila. Il Mezzogiorno sta diventando sempre più povero di giovani. Il rischio è di una spirale negativa di ” degiovanimento” quantitativo e qualitativo della società. L’Istituto Toniolo in una loro indagine mostra come anche nelle nuove generazioni il numero dei figli che si vorrebbe avere sia superiore ai due.Ma le difficoltà socioeconomiche e di lavoro che i giovani incontrano li inducono poi a rivedere al ribasso i propri propositi e i loro sogni.Il desiderio di un figlio non si incentiva. Se non ci sono nascite la desertificazione è reale. La gioia di far figli sembra per i più il punto cruciale della società meridoionale.L’incentivo per i bebè non ha invertito il trend che è sempre più negativo. E così in Italia per la prima volta dal 1861 nascite sotto il mezzo milione.
Adesso tra i record negativi del Mezzogiorno ci sono anche gli indicatori demografici:anche per le nascite possiamo dire che l’Italia è in crisi e nel Sud le cose vanno ancora peggio.
Le carenze di prospettive porta i giovani meridionali ad andare altrove già nella fase di formazione.
Al Sud la politica nazionale e locale ha pensato sempre che comunque qui da noi una società che si arrangia e si adatta finisce sempre per resistere a lungo e poi riesce in loco ad elaborare una sua linea di sviluppo.
Il terreno più fertile da coltivare? I giovani! Il corto circuito generazionale appare lacerante.E spesso siamo diventati,noi adulti,genitori e nonni,ladri di fiducia. La politica vera riporti tutti al tavolo di gioco per un confronto sul merito delle proposte e sulle scelte da mettere in campo.