I social, come ben sappiamo, consentono di interagire con persone che si trovano in ogni parte del mondo, ma non sempre gli utenti ne fanno il giusto uso: come è accaduto al carcere di Poggioreale. Due detenuti sono diventati i protagonisti di un video ormai virale su Tik Tok.
I fatti
Uno dei due soggetti presenti nel video, mentre stava svolgendo una videochiamata autorizzata con un suo congiunto, ha cominciato a condividere la stessa con un suo vicino di cella. Inoltre, ha ripreso gli agenti di polizia penitenziaria che, senza intervenire, camminavano nel corridoio. Tutto ciò è avvenuto senza l’uso della mascherina e senza il rispetto dell’isolamento e del distanziamento sociale.
La videochiamata, registrata dal congiunto del detenuto, successivamente è stata pubblicata su Tik Tok inserendo come base musicale una canzone neomelodica che recita: “Pure ‘e famiglie aspettano sta libertà, nuje amma turnà...”.
Una grande bufera
Questo video ha scatenato l’indignazione di molti e alcuni hanno insinuato che dietro questo video musicale si nascondessero messaggi cifrati che inneggiavano alla camorra.
L’episodio è stato immediatamente denunciato dal segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria, Aldo Di Giacomo. Quest’ultimo ha chiesto una rigorosa indagine dell’Amministrazione Penitenziaria sulla vicenda al fine di individuare le responsabilità di chiunque abbia permesso questa volgare sceneggiata.
“È sconcertante vedere questi detenuti di Poggioreale che esaltano la camorra. Si esibiscono in una sceneggiata, inneggiando alla libertà per i camorristi, realizzata attraverso la videochiamata concessa dalla direzione del carcere per un colloquio con i familiari. Diventata l’ennesima prova che in carcere è possibile fare di tutto e di più”, ha dichiarato in una nota Di Giacomo.
“Dopo gli impegni solenni del presidente Draghi e ministro Cartabia, è ora che ci si occupi seriamente dei problemi del sistema penitenziario. Senza illudersi che sfollando le celle, tutto si risolva di colpo. L’episodio è già all’attenzione delle autorità competenti. Il carcere e la sezione che ospita i due detenuti sono chiaramente riconoscibili nel video, così come i volti dei protagonisti. Il problema riguarda anche chi avrebbe dovuto vigilare sul corretto uso dei mezzi di comunicazione. Se qualche agente penitenziario non ha svolto i suoi compiti, si dovranno prendere provvedimenti nei suoi confronti”, ha così concluso il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria.
A tal proposito il Garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, ha dichiarato a noi di Linkabile:
“Quando un detenuto viene trovato in possesso di un cellulare in carcere commette un reato. Nella fattispecie di questo video di Poggioreale, non si è commesso un illecito. Si tratta di una videochiamata autorizzata, sostitutiva dei colloqui da vicino. In questo caso l’azione disciplinare deve riguardare gli agenti di polizia penitenziaria che permettono questo “condominio” di più persone che fanno la videochiamata senza mascherina. É necessaria più responsabilità da parte di tutti“.
Mentalità camorristica o semplice uso improprio dei social?
La gravità, quindi, non è il video in sè, ma l’atteggiamento assunto dagli agenti di polizia penitenziaria che non svolgono i giusti controlli nelle carceri. Inoltre, non si tratta di un video che inneggia alla camorra. Bensì siamo di fronte all’ennesimo caso in cui le persone si lasciano trasportare dal mondo online, dimenticandosi di quello reale e delle sue, inevitabili, conseguenze.