Il Governo è al lavoro per portare nuovi sostegni contro il caro bollette e per apportare “correzioni mirate” al decreto legge Sostegni-ter sul Superbonus, in particolare alla norma che limita la cessione dei crediti.
Nello specifico, il decreto che porterà nuovi aiuti contro il caro-energia dovrebbe valere 4 miliardi di euro e secondo quanto si apprende da fonti di Governo, se è certo che non ci sarà scostamento di bilancio, non è ancora chiaro che forma prenderanno i nuovi sostegni.
I due provvedimenti dovrebbero essere varati dal Cdm la prossima settimana, e potrebbero anche far parte di un unico decreto. Per quanto riguarda il Superbonus, per evitare che i cantieri si blocchino e per salvaguardare allo stesso tempo lo spirito della norma anti-truffe inserita nel Dl Sostegni-ter, il Governo lavora a correttivi mirati che renderanno di nuovo possibile cedere i crediti più volte, ma solo a determinate condizioni.
Nel decreto si ragiona della possibilità di togliere limiti alle cessioni di crediti tra istituti vigilati dalla Banca d’Italia, e all’interno di entità appartenenti ad uno stesso gruppo.
Caro bollette: il taglio non è per tutti
Gli aiuti non saranno generalizzati, ma mirati ad aiutare le categorie più in difficoltà: famiglie a basso reddito e piccole imprese o imprese in settori particolarmente danneggiati. Il nuovo sostegno va a coprire il secondo trimestre dell’anno. Il governo ha già stanziato 11 miliardi tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, in diversi provvedimenti.
Le proiezioni di Confindustria prevedono una spesa di 37 miliardi a carico delle industrie a causa dei rincari dell’energia per quest’anno. In aumento stellare rispetto ai 20 dell’anno scorso e agli 8 miliardi di un paio di anni fa. “Le misure messe in campo dal governo sono ideologiche e inefficaci”, spiega Aurelio Regina, delegato da Carlo Bonomi all’energia, intervenuto a un seminario di Unindustria. Il caro energia sarà “il principale problema dell’industria nei prossimi anni”. Il Centro studi di Confindustria lancia l’allarme sul Pil: “Se i prezzi rimangono a questi livelli l’impatto sarà dello 0,8%”.
Conti alla mano, l’aumento del prezzo dell’energia rischia di avere un costo totale l’anno prossimo superiore all’intero pacchetto del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Antonio Misiani, responsabile economico del Pd, spiega che “servono molti soldi, finora sono stati stanziati 5,5 miliardi per il primo trimestre 2022. Rimangono altri 9 mesi da coprire, se il governo riesce a recuperarli senza fare deficit aggiuntivo tanto meglio”. Un nuovo scostamento di bilancio appare inevitabile a M5s e Leu. Salvini chiede un “decreto sostanzioso”. Le frizioni tra i partiti in maggioranza e Draghi non mancheranno.