Aumento eccessivo delle materie prime causato dal prezzo dell’energia che cresce sempre di più. Questa è la situazione devastante del paese.
A risentirne, infine, sarà il consumatore che spenderà di più per il cibo di prima necessità. Pasta, pane e olio.
Antimo Caputo, amministratore delegato di Molino Caputo, produttore di pasta nel napoletano, ha affermato: “Dal primo gennaio il costo dell’energia è aumentato del 370 per cento. Stiamo vivendo un film mai visto. Non torneremo mai più ai livelli precedenti”.
“In un anno il prezzo della pasta è aumentato in un range compreso tra il 20 e il 30 per cento, a seconda della tipologia del prodotto. Speriamo che la situazione si normalizzi, ma tutto lascia pensare che siamo entrati in una nuova curva dei prezzi. E, intanto,a gennaio le vendite sono calate del 10 per cento”.
Da Il Mattino si legge che c’è un altro elemento che, anche in presenza di eventuali misure del governo capaci di frenare il caro-energia, rischia di rimanere inalterato. È quello del costo del grano che, secondo la Coldiretti, è aumentato del 20 per cento nell’arco di un anno.
Paolo Vaccaro direttore commerciale di L’Abbondanza del pane ha dichiarato: “Il pane è aumentato di più del 20 per cento, nell’arco di un anno. Nella grande distribuzione siamo passati da 1,80 euro ai 2,30 di oggi. Al dettaglio siamo arrivati intorno ai 2,50 euro, a fronte dei 2 euro dello scorso anno”.
“Il 50 per cento del grano mondiale viene comprato dai cinesi. Il resto del mondo deve spartirsi l’altro 50 per cento. E così si determina una carenza di prodotti”.
Nella graduatoria dei prodotti alimentari più rincarati dell’Unione nazionale consumatori, che ha rielaborato i dati Istat sui prezzi, in vetta ci sono gli oli diversi da quello di oliva, che costano il 20 per cento in più rispetto a un anno fa. Nelle posizioni di rincalzo figura il latte. E questo contribuirà ad aumentare il prezzo della mozzarella. Si legge da Il Mattino.
“Il costo dell’energia e quello dei trasporti sono vertiginosi, ma soprattutto c’è stato quello delle materie prime. Stiamo cercando di tenere i prezzi stabili ma, se il trend dovesse proseguire, saremo costretti ad aumentare il prodotto finale. I nostri settori hanno già incrementato i prezzi. Il costo del latte è cresciuto di 7 centesimi il litro. Questo perché gli allevatori devono pagare tutte le materie prime, dal mais alla soia al fieno, il doppio dell’anno scorso. È aumentato tutto senza che ci sia un incremento della domanda. E le conseguenze le pagheranno i consumatori”. Ha spiegato Luigi Rega di Ponte Reale.
“Per le aziende italiane si prevedono aumenti dei costi di 30 miliardi, senza considerare i costi indiretti che incidono sui prezzi dei prodotti. Mi riferisco a tutto quello che serve per produrre, confezionare e movimentare il cibo, dalla carta agli imballaggi, alla plastica. Le misure prospettate finora non sono sufficienti”. Le parole del presidente della sezione agroalimentare dell’Unione industriali di Napoli, Gaetano Torrente.