AUTOTRASPORTATORI
Da lunedì 14 marzo le aziende di autotrasporto sospenderanno i loro servizi in Italia. Lo fa sapere l’associazione nazionale di categoria Trasportounito, che punta il dito contro “cause di forza maggiore”. L’esplosione dei costi del carburante, già in rialzo per l’inflazione che ha colpito l’economia globale dallo scorso autunno, ora agli estremi per le conseguenze economiche della guerra tra Russia e Ucraina.
Trasportounito precisa come non si tratti di uno sciopero o di una rivendicazione specifica, ma piuttosto di “un’iniziativa finalizzata a coordinare le manifestazioni sullo stato di estrema necessità del settore”. Una decisione “inevitabile”, come ha scritto l’associazione al governo, anche per “tutelare le imprese e impedire che le esasperate condizioni di mercato” si trasformino in “vantaggi per altri soggetti del settore trasporti” oppure in “addebiti per obblighi contrattuali che le imprese della filiera logistica non sono più in grado di garantire”.
Unatras aveva già annunciato manifestazioni in tutta Italia il 19 marzo, avvertendo però che le imprese, nel frattempo, potrebbero decidere in autonomia di fermarsi, se ritenessero più conveniente lasciare i propri mezzi sui piazzali piuttosto che continuare a viaggiare in queste condizioni. Sempre il 19 marzo, ha indetto sciopero nazionale anche Fai-Conftrasporto.
In Sardegna
Il malcontento si fa sentire particolarmente in Sardegna. Qui sono 450 gli autotrasportatori senza sigle sindacali pronti a sistemare i loro mezzi davanti ai porti di Cagliari, Oristano, Olbia e Porto Torres e alle zone industriali dell’isola a partire da lunedì prossimo. “Andremo avanti a oltranza”, dice uno di loro all’Ansa, precisando però che la protesta sarà pacifica.
Come riporta La Nuova Sardegna, sull’isola i supermercati sono stati presi d’assalto, nel timore di trovare nei prossimi giorni scaffali vuoti e senza cibo. Paure non giustificate, secondo le grandi catene di distribuzione.
E se è vero che “la situazione versante approvvigionamento prodotti è in continua evoluzione”, dice la Coop, al momento “imminenti preoccupazioni” sono ingiustificate. Il comunicato ufficiale del gruppo è arrivato dopo “fenomeni di accaparramento da parte di operatori terzi”, contro i quali “una nostra cooperativa ha reagito limitando gli acquisti di alcuni prodotti per garantire l’offerta a tutti i consumatori. Si tratta di un episodio circoscritto che non ha altre conseguenze”. Niente a che vedere con lo sciopero dei tir.
Un peschereccio di dimensioni medie, spiega il presidente di Confcooperative Fedagripesca Paolo Tiozzi a Il Messaggero, “consuma tra i 700 e gli 800 litri di gasolio al giorno”. Condizioni proibitive per “far uscire la barca dal porto”. Rappresentati dei pescatori sono già andati a Roma al Ministero delle Politiche Agricole per discutere delle misure da mettere in campo in modo da minimizzare i danni alla filiera. È atteso a breve un decreto che dovrebbe stanziare 20 milioni di indennizzi.
I fondi sono già stati giudicati troppo bassi da molte associazioni di categoria per rispondere davvero al problema. Assoittici Confesercenti chiede al governo “taglio delle accise, sterilizzazione dell’iva e credito d’imposta” per far fronte agli “enormi aumenti” non solo di carburante ma anche del prezzo di luce e gas.