Le sirene suonano in piena notte in tutta l’Ucraina, anche in quell’ovest finora considerato relativamente al sicuro dall’avanzata della Russia.
Esplosioni sono state riportate infatti anche a Leopoli che, secondo il Kyiv Independent, è sotto attacco di missili.
Le truppe russe hanno lanciato numerosi attacchi aerei su un campo di addestramento militare fuori dalla città ucraina di Leopoli, vicino al confine con la Polonia, ha detto domenica un funzionario locale.
La Russia “ha lanciato un attacco aereo contro il Centro internazionale per il mantenimento della pace e la sicurezza”, a circa 40 chilometri a nordovest di Leopoli, ha specificato sulla sua pagina Facebook il capo dell’amministrazione regionale Maxim Kozitsky, aggiungendo che sono stati lanciati otto missili.
La Russia sta cercando di creare nuove “pseudo-repubbliche” in Ucraina per spezzare il Paese. A lanciare l’avvertimento è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un video nella notte, secondo quanto riportano i media internazionali.
Zelenskiy si è appellato alle regioni dell’Ucraina, compresa Kherson, che è stata catturata dalle forze russe, affinché non ripetano l’esperienza di Donetsk e Luhansk. “Gli occupanti sul territorio della regione di Kherson stanno cercando di ripetere la triste esperienza della formazione di pseudo-repubbliche“, ha detto. “Stanno ricattando i leader locali, mettendo pressione sui deputati, cercando qualcuno da corrompere”.
“Gli invasori russi non possono conquistarci. Non hanno abbastanza forza, non hanno abbastanza spirito. Stanno solo contando sulla violenza, solo sul terrore. Solo sulle armi, che hanno in abbondanza. Ma gli invasori non sono portati per una vita normale. E la gente può sentirsi felice e sognare. Ma sono biologicamente incapaci di rendere la vita normale. Ovunque la Russia sia andata in terra straniera, il sogni sono impossibili“, ha detto Zelensky, tornando a sollecitare gli “alleati e amici” all’estero a “continuare a fare di più per il nostro Paese, per gli ucraini e l’Ucraina, perché non è solo per l’Ucraina ma per tutta l’Europa“.
“Gli occupanti del territorio della regione di Kherson stanno cercando di ripetere la triste esperienza della formazione delle pseudo-repubbliche. Stanno ricattando le autorità locali, stanno cercando qualcuno da corrompere“, è il messaggio lanciato da Zelensky in tarda serata. Sempre volitivo e con il piglio che lo contraddistingue, il presidente ucraino quindi ribadisce.
“Gli invasori russi non possono conquistarci. Non hanno la forza e lo spirito. Si appoggiano solo alla violenza, al terrore e alle armi“. Poi si sofferma sui corridoi umanitari, tramite i quali 12.729 persone sono state evacuate sabato, e torna a chiedere più aiuti.
All’Ucraina servono aiuti militari ma anche umanitari. Dal 2 al 12 marzo 40.000 tonnellate di aiuti sono arrivati nel Paese. Le scorte di beni essenziali non mancano e possono durare per mesi. Nonostante questo, il premier Denys Shmyhal ha vietato le esportazioni di beni come farina, grano saraceno, carne, uova, olio, zucchero e altri prodotti di base.
La situazione sta precipitando in molte aree, con i russi che continuano la loro avanzata e che hanno colpito dall’inizio della guerra – secondo le analisi del Washington Post – almeno nove strutture sanitarie. Un dato che, se certificato, sarebbe in violazione delle norme umanitarie internazionale.
Il timore per i civili aumenta con il passare delle ore, così come sale la paura che Mosca possa usare le armi chimiche. “Dobbiamo restare vigili, perché è possibile che la Russia possa pianificare operazioni con armi chimiche” e questo sarebbe un “crimine di guerra“, avverte il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in un’intervista al quotidiano tedesco Welt am Sonntag.
Guarda con preoccupazione all’Ucraina la vicina Moldavia, giunta quasi al “limite” delle sue capacità di accoglienza di rifugiati, dice il ministro degli Esteri, Nicu Popescu, mettendo in guardia sul rischio di una “completa catastrofe per la situazione umanitaria” nel caso di un attacco russo a Odessa, che si trova a soli 48 chilometri dal confine. (ANSA)