Già nei giorni scorsi, però, in particolare dalle fila del M5S e della Lega, c’è chi ha annunciato che non parteciperà all’incontro. Assenti anche i componenti di Alternativa.
“Come parlamentari di Alternativa non parteciperemo alla seduta comune delle Camere in cui è previsto l’intervento in tandem in videoconferenza del Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky e del presidente del Consiglio Mario Draghi. Riteniamo infatti si tratti di una forzatura che non cambia di una virgola lo stato delle cose. Si tratta solo e soltanto di un’operazione di marketing che non servirà a far cessare le ostilità e non avrà alcuna utilità per la parte offesa”, hanno spiegato i parlamentari di Alternativa.
“Sarebbe stato doveroso ascoltare anche la voce della controparte russa“, ha detto la senatrice Granato.
Mentre la deputata azzurra Giannone è contraria a questo tipo di iniziative “che portano a una spettacolarizzazione”.
A replicare a chi non sarà presente in Aula è stato il sottosegretario all’Interno Ivan Scalfarotto: “Trovo intollerabile che alcuni parlamentari del M5s e della Lega dicano che dobbiamo ascoltare in parlamento anche Putin. Credo che il livello di subordinazione alla propaganda russa da parte di alcuni parlamentari vada oltre ogni ragionevolezza”.
Critico anche il senatore Pd Andrea Marcucci: “Un gruppo di parlamentari, tra Lega e M5S, ha annunciato in pompa magna che non parteciperà al video collegamento di Zelensky alla Camera. La stessa cosa farà mercoledì in Francia Marine Le Pen. Ogni commento sulla matrice politica di tali assenze sarebbe superfluo”.