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Anna Netrbko: soprano blocca le sue esibizioni al Metropolitan di New York

Anna Netrbko, soprano russa, ha fermato i suoi spettacoli a New York.

Dopo aver preso la pausa annunciata, riprenderò a esibirmi in fine maggio, inizialmente in Europa“, dichiara la cantante distaccandosi dalle scelte del leader russo.

In un post su Facebook afferma: “Condanno espressamente la guerra in Ucraina e il mio pensiero va alle vittime di questa guerra e alle loro famiglie. La mia posizione è chiara. Non sono membro di alcun partito politico né sono alleata di alcun leader della Russia. Prendo atto e mi rammarico del fatto che le mie azioni o dichiarazioni passate potrebbero essere state interpretate male. In effetti, ho incontrato il presidente Putin solo poche volte in tutta la mia vita, in particolare in occasione di alcuni premi ricevuti in riconoscimento della mia arte o alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi. Per il resto non ho mai ricevuto alcun sostegno finanziario dal governo russo e vivo e risiedo fiscalmente in Austria. Amo la mia terra natale, la Russia, e cerco solo la pace e l’unità attraverso la mia arte”.

Già allo scoppio della guerra, la diva aveva condannato la Russia dichiarando: “Sono contro questa guerra. Obbligare gli artisti o qualsiasi personaggio pubblico a dar voce alle proprie opinioni politiche e a denunciare la propria patria non è giusto. Come molti miei colleghi non sono esperta di politica. Sono un’artista e il mio scopo è unire le persone al di là delle divisioni politiche”.
Con queste parole sembrava difendere il collega Valery Gergiev, direttore d’orchestra che sosteneva Putin senza prendere una posizione chiara rispetto alla guerra. Il maestro aveva ricevuto diversi licenziamenti e sostituzioni.
Anna, invece, si è schierata dalla parte degli oppressi generando una serie di consensi ed elogi nati dal suo gesto.
Il Metropolitan di New York ha affermato in un testo: “È una grande perdita artistica. Anna è una delle più grandi cantanti della storia ma con Putin che uccide vittime innocenti in Ucraina non c’era modo di andare avanti nella collaborazione”.

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