Si è tenuto nella giornata di oggi presso la sala Auditorium – isola C3 del centro direzionale di Napoli, il convegno “Mediazione Penale e Mediazione penale Minorile”, che ha posto uno sguardo preciso e diretto alla giustizia riparativa ed alla mediazione penale nel processo giudiziario.
L’evento è stato promosso dal Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della Regione Campania Samuele Ciambriello, che ha aperto e presieduto la prima sessione di interventi, presentando i due corsi di formazione per mediatori penali e mediatori penali minorili.
Gli stessi saranno erogati dall’Associazione Italiana Mediatori Penali e dall’Associazione Italiana Risoluzione Alternativa Conflitti, nonché patrocinati, appunto, dal Garante dei Detenuti della Campania.
A prendere la parola per i saluti è stata Bruna Fiola, Presidente della VI Commissione (Istruzione, Politiche Sociali e Ricerca Scientifica) del Consiglio Regionale della Campania, che ha dichiarato:
“Dobbiamo ridare dignità ad una società poco accogliente perchè lascia sola la vittima di reato ma anche il carnefice.
Bisogna quindi instaurare una rete di prevenzione in senso lato e la figura di Mediazione a questo deve servire: dare dignità e ascolto sia alle vittime ma anche agli autori di reato.”
Nella Sua introduzione, Ciambriello, ha dichiarato: “Lo scenario che si sta delineando oggi del ruolo della Giustizia riparativa e una vera e propria sfida Costituzionale.
I diritti generano diritti e noi garanti cerchiamo di mettere insieme una coscienza civica che ha la finalità di rieducare.
La giustizia riparativa e un ago che serve a cucire quello che si è rotto.
Proprio per questo sono stato fin da subito favorevole all’avvio di questo patrocinio e affermo con sicurezza che la figura del mediatore ha alti livelli di importanza perchè alla certezza della pena deve essere altresì seguita la qualità della pena.
E qualità è anche sapere che dall’altra parte c’è una mano che possa riuscire a determinare la vera Inclusione nella società”.
La parola è poi passata alla professoressa Manuela Siniscalco, docente di Diritto di famiglia e minorile dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, che ha definito come “la giustizia riparativa non e uno strumento di clemenza, ha l’obiettivo di prevenire il crimine, alleviare il carnefice e offrirgli una totale inclusione nella società. Parlare di giustizia riparativa vuol dire passare dall’ottica punitiva a quella riabilitativa attraverso terze persone, i mediatori, figure distanti ma non giudicanti.“
Per Giuseppe Centomani, Dirigente del Centro di giustizia minorile della Campania che ha così dichiarato, invece: “La giustizia riparativa fa parte di una visione molto alta, una visione per affrontare i problemi che stiamo chiamando “Modello” che non prevede l’azione punitiva ma l’effetto trasformativo sul post reo.
La mediazione ha l’obiettivo quindi della rieducazione di un rapporto tra ambedue le parti e affermo con convinzione che sia arrivato il momento di un riposizionamento sociale, parlare in maniera costruttiva e non punitiva attraverso appunto la figura del mediatore “.
Una riflessione profonda quella di Maria Cristina Ciambrone, presidente dell’Associazione italiana Mediatori Penale che ha cosi dichiarato:” Noi prendiamo uomini rotti nell’anima e li andiamo a riparare, a ridare dignità alla persona, sono questi i dogmi principali della giustizia riparativa”.
Ha chiuso la prima sessione, Demetrio Calveri, avvocato della Camera di Mediazione Nazionale che ha così dichiarato: “E giunto il momento di investire nella competenza formando dei Mediatori Penali che possano accompagnare passo dopo passo gli Istituti di Detenzione”.
La seconda parte del convegno ha avuto come protagoniste le testimonianze dirette di chi quotidianamente veste il ruolo di Mediatore, in particolare sono intervenute Carmela Grimaldi, assistente sociale mediatore penale e referente AIRAC Campania e Patrizia Sannino, criminologa e referente Ai.Me.Pe Campania, oltre che Maria Guidone, avvocato e referente Associazione Tarita APS, che hanno illustrato il percorso formativo ai fini dell’attivazione di esso.
È intervenuta anche Maria Fragliasso, presidente dell’associazione di promozione sociale Diesis, per l’assistenza alle vittime di reato.
Il Garante Ciambriello, nel salutare e ringraziare, ha così commentato la chiusura dei lavori: ” La mediazione e un incontro di storie di vita, di narrazioni, di responsabilità che scompongono per ricomporre.
E la comunita civile, in primis il volontariato, può essere un facilitatore di contatto, del dialogo, dell’inclusione sociale per i diversamente liberi. Grazie alla riforma Cartabia, nel codice verrà inserita la definizione di “vittima “. Attualmente si parla di “persona offesa”, con un ruolo da non protagonista nel nostro sistema sanzionatorio”.
Di seguito un video dell’evento:
https://wetransfer.com/downloads/edba621c47af263f6ebbb8237228cc2420220404150622/4804b1e5f6e150f33f55a67799d01f4320220404150647/fc4ccb