Il Garante campano Samuele Ciambriello plaude all’iniziativa del Consiglio Regionale della Campania.
Il Consiglio Regionale della Campania è convocato per martedì 3 maggio, dalle ore 10.30 alle ore 13.00, per una discussione sulla Relazione annuale 2021 del Garante Regionale dei detenuti, Samuele Ciambriello. Tale scelta politica rappresenta un caso unico in Italia nel suo genere.
A tale proposito il Garante campano dichiara: “Esprimo gratitudine al Presidente del Consiglio Regionale, al Presidente della Giunta Regionale e ai capigruppo per aver dato un riscontro immediato alla Relazione annuale 2021, realizzata dall’Ufficio del Garante in collaborazione con l’Osservatorio Regionale sulla detenzione, e porla al centro di una discussione monotematica di fondamentale importanza. Sottolineo il significato di tale incontro che contribuisce a valorizzare l’organismo di garanzia istituito con legge regionale da me guidato e che pone l’accento sul fatto che l ’attività di tale istituzione rappresenta un impegno culturale ben preciso, atto a coniugare certezza e qualità della pena. Ritengo altresì di grande utilità che il Consiglio Regionale e la Giunta affrontino la problematica della sanità penitenziaria che da tredici anni non è più di competenza del ministero della Giustizia ma del Servizio Sanitario Nazionale e regionale, e considero di grande pertinenza e attualità i temi della sanità mentale e delle R.E.M.S. (Residenze per l’Esecuzione in Misure di Sicurezza) che risultano essere solo due in Campania, a fronte di un numero sproporzionato di persone trattenute in carcere allorché potrebbero essere sottoposte a misure alternative. Mi preme, inoltre, sottolineare la centralità del tema articolato e complesso del TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), e quello relativo alla situazione degli undici servizi psichiatrici di diagnosi e cura in Campania, e con l’occasione sollecito l’attenzione generale su altri aspetti capaci di contribuire al processo di risocializzazione dei detenuti, quali la formazione professionale, l’avviamento al lavoro, l’istruzione e le attività aventi carattere culturale. Tengo, infine, a precisare che una corretta cultura della pena prescinde dal mero dispositivo giudiziario, e deve rispondere ad aspetti ed esigenze relativi alla sfera comportamentale dell’essere umano e alla comunità sociale cui appartiene, e ringrazio ancora le autorità regionali per aver voluto porre la Relazione annuale al centro di una riflessione comune e dedicare al tema l’attenzione che merita”.
Così il Garante campano Samuele Ciambriello in riferimento alla discussione in oggetto.