TEL AVIV , È di tre morti e quattro feriti in gravi condizioni il bilancio dell’attentato avvenuto in Israele nel giorno dell’indipendenza. Scenario dell’attacco, la cittadina di Elad, a prevalenza ortodossa. Le tre vittime erano tutti rabbini, mentre gli aggressori sarebbero due palestinesi, già identificati dalla polizia: si tratterebbe di due giovani di 19 e 20 anni, entrambi provenienti dal villaggio di Rumana, vicino Jenin.
Armati di un’ascia e di una pistola, avrebbero agito in due punti diversi di Elad prendendo di mira le persone a passeggio in un giorno di festa, per poi darsi alla fuga a bordo di un camioncino bianco. La polizia è tuttora sulle loro tracce.
Immediata la reazione delle autorità israeliane: il ministro degli Esteri, Yair Lapid, afferma che Israele «non soccomberà al terrorismo. Continueremo a combattere sia per la nostra indipendenza, sia per la sicurezza dei cittadini di Israele». Il ministro della Difesa, Binyamin Gantz, annuncia misure per impedire ai sospetti di «fuggire» altrove.
Una dura condanna per l’attentato viene espressa anche dal presidente palestinese Mahmud Abbas: «L’uccisione di civili israeliani e palestinesi (all’agenzia Wafa), non fa che accrescere l’escalation in un momento in un cui tutti ci sforziamo di raggiungere la stabilità. Solo una pace duratura, comprensiva e giusta è la via più corretta per garantire sicurezza e stabilità ai due popoli e alla regione».
La condanna arriva anche dagli Stati Uniti per il tramite del portavoce del dipartimento di Stato statunitense, Ned Price si pongono sulla stessa linea: «Condanniamo con forza l’ultimo di una serie di terribili attacchi terroristici che hanno sconvolto Israele di recente. Ribadiamo il nostro sostegno all’alleato israeliano e alla sua sicurezza». Hamas, dal suo canto, invece, “elogia” l’attentato, definendolo «eroico».
Da ricordare che, prima del Giorno dell’indipendenza il 5 maggio, l’esercito israeliano aveva annunciato la chiusura, per diversi giorni, dei valichi con i territori della Palestina, tranne che per motivi umanitari.
Da più di un mese, in Israele si respira aria di tensione e si vivono continui scontri con i manifestanti palestinesi. Quello di Elad è stato, infatti, il sesto attacco perpetrato dalla fine di marzo. In totale, sono rimaste uccise 18 persone.
A cura di: Raffaele Fattopace