Un “piano Marshall” per l’Ucraina.
E’ tempo di mettere tutti attorno a un tavolo, tutti compresi Russia e Stati Uniti, con l’Ucraina “protagonista”. Per costruire una soluzione “sostenibile” e non una pace “imposta” da altri, che si trasformerebbe in un “disastro”, perché nessuno la rispetterebbe. Mario Draghi sta per chiudere la sua prima missione a Washington da presidente del Consiglio e illustra la sua ricetta per cercare di avvicinare le parti e arrivare a quella fine della “macelleria” e dei “massacri” che i cittadini italiani ed europei, come ha detto a Joe Biden, ora invocano con forza.
Non ci sono “contrasti” tra le due sponde dell’Atlantico, assicura il premier in conferenza stampa in ambasciata prima di andare a Capitol Hill per un incontro con la leadership del Congresso e con la speaker della Camera Nancy Pelosi. Ma la “visione” del Vecchio continente sta “cambiando” e si fa necessaria una “riflessione preventiva”. Non c’è una questione di “toni”, l’incontro non è servito a “giudicarci a vicenda” ma per capire “come andare avanti”.
Il negoziato, ammette Draghi, resta ancora “molto difficile”, ma un “primo passo E un primo passo verso l’apertura di un dialogo potrebbe essere lo sblocco dei porti sul mar Nero per consentire l’approvvigionamento di grano: potrebbe essere “un primo esempio di dialogo che si costruisce tra le due parti per salvare decine di milioni di persone”.
Sul fronte del gas Draghi incassa il sostegno di Biden all’idea del price cap, che stenta a farsi strada a Bruxelles. Ma i paesi europei, insiste il premier, hanno un potere sul mercato ed è l’ora di “esercitarlo”, mentre sul petrolio, questione cara all’alleato americano, l’idea è quella di “creare un cartello di compratori o di persuadere, forse la strada preferibile, l’Opec ad aumentare la produzione”. Obiettivo di entrambi i continenti resta quello di frenare la corsa dei prezzi per contrastare l’impatto sociale del conflitto. Nonostante la “grande incertezza” comunque Draghi non vede al momento segnali di “recessione” quest’anno.
“E’ un onore ricevere il premier italiano Mario Draghi essendo la prima speaker della camera italoamericana“: lo ha detto la speaker della Camera Nancy Pelosi accogliendo il capo del governo italiano a Capitol Hill. “Grazie all’Italia per l’ospitalità che da alle truppe americane ma anche per essere un partner di pace“, ha aggiunto.
“E’ un grande onore essere nel centro della democrazia e in un grande giorno per i rapporti tra Italia e Usa, i nostri rapporti stretti si sono rafforzati con la guerra in Ucraina“, ha detto Draghi. “Per me essere qui significa che un pezzo dell’Ue è qui, sono felice di essere qui non solo come italiano ma anche come europeo“, ha aggiunto.(ANSA)