Se Dio è Amore,l’unico distintivo dei discepoli di Gesù, Figlio di Dio, è amarsi gli uni gli altri come Dio ama
loro.Perciò la conclusione delle confidenze, fatte da Gesù, dopo la lavanda dei piedi e dopo aver dato a Giuda
il boccone, segno di amore che non si scoraggia anche se rifiutato, è: “Da questo tutti sapranno che siete
miei discepoli: se avete amore gli uni pergli altri.”
L’unico elemento che fonda e unifica la comunità cristiana è l’amore che si fa servizio, non una dottrina rivelata. La legge della vita è agire come agisce Dio. Più tardi Giovanni scriverà in una lettera: “carissimi, se Dio ci ha amato per primo, allora anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri”(1Gv 4,11).“Quando fu uscito Giuda,Gesù disse:
Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato,e Dio è stato glorificato in lui.”:durante la cena Gesù ha mostrato più volte, attraverso gesti, il suo amore incondizionato. Un’attenzione particolare l’ha avuta per Giuda, che sta per tradirlo, donandogli il boccone, simbolo della sua persona disposta ad accettare la morte. All’odio Gesù risponde con immutato amore. Giuda lo prende, senza mangiarlo e subito esce dal cenacolo. Segno che non accetta l’offerta incondizionata d’amore. L’oscurità della notte significa che Giuda è sprofondato nelle tenebre di un mondo privo d’amore. Come al termine della lavanda dei piedi, Gesù ne aveva spiegato il significa
to, così ora interpreta la partenza di Giuda, che sta per consegnarlo. Spiega la sua accettazione della morte in termini di manifestazione della sua gloria, che si identifica con quella di Dio.“Se Dio è stato glorificato in lui,
anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito”: Gesù sta anticipando quello che accadrà nel momento della passione, dove brillerà al massimo la luce del suo amore nelle tenebre del mondo. L’ora, di cui parla alle nozze di Cana, è l’ora della morte nella quale si verifica la massima manifestazione dell’amore (gloria) del Padre che dà il suo Figlio unico, e dell’amore del Figlio che dà la sua vita per amore dell’uomo.“Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri;come io ho amato voi,così amatevi anche voi gli uni gli altri.”: sono parole che esprimono una infinita tenerezza nonostante il momento drammatico dell’imminenza del suo arresto. Come già ha detto ai Giudei, dice ai discepoli che non possono seguirlo
dove egli va, perché non hanno ancora ricevuto il suo Spirito che effonderà al momento della morte e della prima apparizione da risorto. I discepoli sono disposti a dare la vita per Gesù, ma non a morire con lui e come lui. Ebbene, in questo momento delicato, Gesù lascia alla sua comunità “un comandamento nuovo”.
Non è un nuovo comandamento che viene ad aggiungersi ai dieci della Legge Mosaica, ma un comandamento di una
qualità migliore che sostituisce tutto il precedente. Usa il termine comandamento solo per contrapporlo a quelli di Mosè. Infatti l’amore è l’unica cosa che non può essere comandata ad un uomo. Gli si può comandare di obbedire, di servire, ma non di amare. Nemmeno per Gesù è un precetto imposto dall’esterno. Egli fa ciò che vede fare da su
o Padre(1,18). Opera in sintonia e per identificazione con il Padre (10,30;14,10). In egual maniera devono essere mossi i discepoli. Gesù non dice:amatevi come io amerò voi, che sarebbe un riferimento alla sua morte in croce, ma
come io ho amato voi,chiaro riferimento alla lavanda dei piedi e al boccone dato a Giuda, per dire che l’amore tra di loro deve esprimersi in un servizio illimitato (offerto anche a chi odia) per dare dignità e libertà, nel rispetto della libertà dell’altro. Da sottolineare c he nel suo comandamento Gesù non chiede nulla per sé, né per Dio, ma soltanto
per l’uomo. Dio non accentra in sé, né accaparra l’uomo; al contrario è un dinamismo espansivo di amore
universale; è fonte d’amore personale che dà impulso per donarsi agli altri.