«Saluto con soddisfazione la notizia del riconoscimento dell’autonomia, anche dal punto di vista finanziario, della Reggia di Caserta. La nuova organizzazione consentirà finalmente al monumento vanvitelliano di assurgere al ruolo che le spetta nel panorama culturale campano e nazionale». Parla così il presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi nel commentare il via libera dato al decreto che ridisegna tutto l’assetto dei monumenti italiani e che concede alla Reggia piena autonomia. «La mia posizione – aggiunge Zinzi – è stata chiara sin dal principio, quando nel giugno scorso ho proposto per la Reggia di Caserta il progetto già attuato alla ‘Venaria Reale’ di Torino, invitando a Caserta anche il presidente del Consorzio ‘La Venaria Reale’, Fabrizio Del Noce. La mia battaglia per la valorizzazione della Reggia di Caserta, attraverso la sua indipendenza, è stata condotta in solitaria tra quanti, invece, a livello locale chiedevano a gran voce l’unione dei nostri beni culturali con quelli napoletani. Do atto al ministro Franceschini, in piena discontinuità con il suo predecessore, di aver restituito al complesso vanvitelliano la posizione che merita riconoscendogli un’autonomia speciale. La sciagurata decisione di istituire il ‘Polo Museale Napoli e Reggia di Caserta’ – continua il presidente Zinzi – ha ottenuto il solo risultato di svilire il patrimonio culturale casertano subordinandolo alle realtà di Napoli. La Reggia di Caserta rappresenta un unicum a livello mondiale e come tale deve essere considerata».
Va detto che la riforma del ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, “rivoluziona il modello organizzativo dei beni culturali italiani”, l’amministrazione infatti viene resa “più snella, efficiente e economica” attraverso l’ammodernamento della struttura centrale e la semplificazione di quella periferica, l’integrazione definitiva tra cultura e turismo, la valorizzazione dei musei italiani, con 20 musei e siti archeologici di interesse nazionale dotati di piena autonomia gestionale e finanziaria con direttori altamente specializzati e selezionati con procedure pubbliche. La Reggia di Caserta è dunque inserita nella lista dei venti istituti e musei dotati di autonomia speciale. Il monumento vanvitelliano è comunque uno dei musei più visitati d’Italia e fino a qualche anno fa tutti i proventi determinati dagli ingressi andavano nel calderone generale del Ministero a Roma. L’ex ministro Massimo Bray, creò un’unica Soprintendenza comprendente il Polo Museale napoletano e la Reggia. Non era la soluzione ottimale, ma almeno era un primo livello di autonomia territoriale. Ora l’ultimo scoglio è stato superato: il Palazzo Reale di Caserta che è museo di rilevante interesse nazionale, sarà dotato di piena autonomia gestionale e finanziaria, con la nomina di un direttore altamente specializzato e selezionato con procedure pubbliche. A questo punto va riprogettato il futuro della Reggia, la sua promozione, la sua manutenzione, la sua valorizzazione. L’augurio è che il nuovo direttore possa avere tutte le qualità manageriali per gestire un bene di così grande valore da essere proclamato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Ma è anche un bene che negli ultimi anni è stato vittima, a volte a ragione altre volte meno, a campagne di stampa denigratorie. Di fatto, il monumento vanvitelliano ha bisogno di portare a termine e di incrementare gli interventi di manutenzione in corso. Ha bisogno di riconsiderare spazi museali e percorsi, anche alla luce di ulteriori disponibilità di ambienti che dovrebbero crearsi. Va trovata una funzione alle Cavallerizze, restaurate di recente ma non utilizzate. Si deve puntare a valorizzare l’esistente e nell’esistente c’è anche la collezione Terrae Motus d’arte contemporanea. E va soprattutto riabilitata l’immagine di questo museo all’interno di un’area geografica anch’essa tutta da riabilitare. E questa è una sintesi delle tante necessità e priorità che la Reggia vive. E ci vuole ora anche una grande intesa istituzionale capace di rendere organica alla intera conurbazione un bene così straordinario come la Reggia. «La riforma del Mibact – ha detto il ministro Franceschini – e’ un cambiamento profondo, in linea con le importanti riforme che gli italiani si aspettano da questo Governo. Una importante e necessaria riorganizzazione che supera la contrapposizione ideologica tra tutela e valorizzazione e permette di investire nel settore della cultura e del turismo come fattore trainante della ripresa economica del paese».