La Rai è nata ben 78 anni fa, precisamente il 26 ottobre 1944. In realtà era un po’ diversa da come la intendiamo oggi.
Dopo il regime fascista, infatti, la vecchia EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) divenne Radio Audizioni Italiane S.p.a., con l’acronimo Rai.
Questa trasformazione delle rete radiofoniche contribuì a modificare linguaggi e contenuti fascisti, adattandoli ai tempi successivi.
Carlo Arturo Jemolo, giurista del Consiglio d’Amministrazione, divenne il nuovo presidente Rai nel 1945. Dopo poco venne istituito un organo che controllasse l’autonomia politica della rete radiofonica.
Successivamente è stato trasmesso il primo telegiornale e poi, dal 1953, il canone che i cittadini doveva pagare per poter usufruire dei canali radio.
Con l’avvio della televisione nel 1954, il nome mutò in Radio Televisione Italiana, mantenendo lo stesso acronimo.
Iniziarono le prime trasmissioni con soli tre programmi nazionali: Primo, Secondo e Terzo. La Tv, in quel periodo, arrivava a raggiungere più della metà della popolazione italiana.
Dato il grande successo di questo media, si avviarono programmi dedicati all’istruzione per combattere l’alfabetizzazione e unificare la lingua italiana nel paese.
Senza pubblicità era possibile seguire più facilmente i canali, ma con il primo Carosello, nel 1957, si diede avvio agli spot pubblicitari.Successivamente, nel 1962, si avviano i programmi a colori e poi la nascita, pian piano, degli altri canali televisivi.
Negli anni ’80 si assiste alla venuta di Televideo e dei sottotitoli, poi nel 1996 nasce il sito www.rai.it e, finalmente, dei primi canali satellitari.
Oggi la Rai ha ancora un vastissimo pubblico. Resta una delle reti più importanti per l’istruzione con programmi educativi per grandi e bambini. Trasmette numerose fiction e film per intrattenere gli italiani ed è in continuo aggiornamento.