Ciambriello:”Il senatore Renzi, eletto a Napoli, grande comunicatore,abbandona il Meridione e diventa la quinta colonna della Meloni.”

Già Aristotele aveva intuito che l’essere umano è in sè antropologicamente animale politico e sociale, ed è anche un animale comunicativo. La comunicazione si serve dei media, ma non è i media. Matteo Renzi ha capito che la comunicazione ha segnato differenze nel modo di fare politica, nel modo di raccontare storie, emozioni, interessi, nel modo di interessarsi alla vita pubblica. Ha valorizzato, fino spesso ad esaltarle , devianze ed originalità individuali. Renzi, rispetto ad altri laeder, anche ruvidi ed onesti, non usa la comunicazione obliqua, quella cioe che si usa quando si vuol far sapere qualcosa a qualcuno e non ad altri, oppure quando si vuole dire qualcosa senza doversene assumere la responsabilità formale. La gente è stufa di questa distorsione volontaria del linguaggio. Proprio questa sua “eventuale” mancanza di attenzione e di moderazione al linguaggio lo fa essere diretto, leale, convincente. Ci mette la faccia! Questa frase ,vanesiamente fiera, senza un lungo, articolato e previo dibattito, ci fornisce la fisionomia di questi tempi. Al Senato riceve appalusi e risate dal Governo Meloni, fiancheggiatori dell’evasione, mentre attacca il PD e il meridione viene lasciato solo al suo destino. Lui senatore di Napoli! Lui, comunica per condividere e rendere comune. Ed entrambe le definizioni piacciono perchè richiamano alla mente il concetto di “comunità”. Non è un caso, dunque,come scrive Rifkin in “L’età dell’accesso” che “comunicazione e comunità abbiano la medesima radice linguistica:le comunità esistono attraverso la condivisone di significati comuni e di forme comuni di comunicazioni.”

In questo senso ignorare i messaggi che vengono dalla comunità, non volerli interpretare o parlarne con disprezzo, potrebbe,alla lunga, rivelarsi, anche per un grande comunicatore come Renzi, un errore ed avere effetti rilevanti ed imprevedibili. Quindi mentre Letta e le sue fidate ma anacronistiche capigruppo continuano ad imperversare in tv ed il PD fa una lunga traversata nel deserto, Matteo,fa l’ultimo tradimento ma annuncia con chiarezza che non è la terza opposizione alla Meloni, ma semmai la sua quinta colonna. E Salvini applaude il suo “magico” discorso, con il quale ci ha messo la faccia!

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