Luigi Pirandello ritorna nella sua terra natale, la Sicilia, in occasione del compleanno del grande scrittore e amico Giovanni Verga. Ma ben presto il suo ritorno nella terra natia avrà anche un altro sapore, quello nostalgico: ritornato al paese natale presto verrà a conoscenza della morte della sua cara Balia. Però questo soggiorno siciliano gli riserverà anche qualche sorpresa: infatti farà la conoscenza di due becchini, Nofrio e Bastiano, la quale nutrono anche una passione per il teatro. E proprio questo incontro scatenerà in Pirandello la scintilla la quale farà scoppiare di nuovo tutto il suo genio dando vita all’opera teatrale che poi chiamerà “sei personaggi in cerca d’autore”. In pratica questa è la trama del film “la stranezza”.
Al termine della pellicola diretta da Roberto Andò si lascia la sala con un sorriso stampato in faccia perché il film fa un gradito omaggio a quella che era tutto il pensiero e lo spirito pirandelliano. Lungo le quasi due ore di proiezione si entra in contatto profondamente con l’autore de “il fu Mattia Pascal”. E fare ciò non è mai facile per un regista, sceneggiatore o per tutti gli addetti ai lavori. Però qui ci sono riusciti benissimo senza mai sfigurare un attimo. Inoltre il regista siciliano, Ugo Chiti, Massimo Gaudioso e Maurizio Calvesi riescono a ricreare, attraverso l’immagine, colori e storia, la Sicilia a cavallo tra ‘800 e ‘900.
In maniera idonea durante il procedere del lungometraggio si può conoscere in maniera approfondita il modo di pensare, credenze e altro ancora di quelle persone comuni che vivevano lì. I loro pensieri un po’ bigotto e il loro modo di vivere la quotidianità. I loro drammi, l’essere possessivi nei confronti di una propria sorella, la corruzione, il dialetto antico. Temi bene o male oramai troppo lontani da noi. Ma che ogni tanto fa una bella sensazione quando ci si ritrova in contatto con essa. Cosa fondamentale, in questo film si ride e tanto. Però si prova anche pietà per il premio Nobel per la letteratura per il suo dramma. Ancora, nella pellicola si proverà pure tanto sano umorismo ma da far riflettere sulle nostre credenze e condizioni di essere umano.
L’intero cast poi mette a segno un’ottima performance, addirittura il duo Ficarra e Picone seppur si trovino nella loro solita confort zone, nel senso che entrambi ricoprono rispettivamente quegli stessi ruoli in cui abbiamo imparato a conoscere lungo questi anni. Ma ciò non stona assolutamente con il mood della storia, anzi è un valore aggiunto. Poi c’è Toni Servillo il quale ancora una volta (se mai c’è ne fosse ancora bisogno di una dimostrazione) recita ancora una volta da Dio nel ruolo del protagonista. Un attore straordinario il quale non smette mai di stupire noi spettatori. Insomma all’interno di questa pellicola nessuno recita male rispetto ad un altro. Anche se bisogna ammetterlo, il migliore qui è l’attore napoletano. Subito dopo ci sono il duo comici siciliani ovviamente.
Ancora, la storia in sé alla fin fine risulta interessante e piacevole da seguire. In pratica seguendola, noi seguiamo il continuo tiro e molla tra realtà e finzione quasi da perdere il contatto con le due ad un certo punto. Lungo di essa, seguiamo il processo creativo in cui l’autore de “uno, nessuno è centomila” segue passo passo prima della nascita di una sua opera. Vediamo come è difficile il teatro e tutto ciò in cui gira intorno a esso. Ci parla pure di amore (tra uomo e donna o tra un padre e la figlia), di gelosia e tanto altro ancora. Sia chiaro una cosa però, il film non è assolutamente un capolavoro, ma un diamante grezzo si. Una boccata d’ossigeno per il nostro cinema la quale si pone come valida alternativa alle solite pellicole. Questa è altri prodotti simili danno un giusto contributo per avere finalmente un “rinascimento” del cinema italiano com’era una volta, circa una ventina di anni fa.
Innanzitutto, la pellicola vale la pena di vederla perché è un buon prodotto. Altri motivi validi sono il fatto che il lungometraggio può essere sicuramente apprezzato dagli amanti della letteratura italiana oppure semplicemente per curiosità. Comunque sia la visione sarà senza ombra di dubbio appagante. Il film è sicuramente da inserire in quelli da proporre di guardare per capire meglio il pensiero di un autore durante l’insegnamento a scuola. I presupposti ci sono tutti per un tipo di insegnamento “alternativo” rispetto a quello “tradizionale”.