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Quante “carogne” ci sono in giro?

di Carlo Fedele

Lo scorso 3 maggio a Roma fu ferito gravemente un ragazzo, Ciro Esposito, che dopo 53 giorni di agonia morì. Morì con un colpo di pistola esploso da un fascista romano che, insieme ad almeno altri 4 complici, organizzò un agguato contro un pullman di tifosi neanche avversari, perché in quella occasione si disputava una gara contro la Fiorentina, non contro la Roma. Tutto questo è stato accertato sin dalla prima ora.
Nelle fasi caotiche del pre-partita  le notizie (ne è testimone la diretta della stessa RAI) si susseguivano voci incontrollate. Una parte di spettatori, in presenza di un morto (alcuni parlavano di più di un morto) non volevano si giocasse quella partita. The Show Must Go On, lo spettacolo deve continuare, affermavano invece le società di calcio e quelle barzellette di autorità presenti sugli spalti. Si inventarono la notizia che il morto non avesse nulla a che fare con il mondo del calcio, che l’episodio era conseguenza di uno scontro tra malavitosi e per lo più della stessa città (indovinate quale). Fatto sta che le autorità di polizia invitarono i “famosi” capo ultras a dire la loro a nome di tutti (diedero quindi la patente di rappresentanti dell’ordine pubblico a costoro), capi ultras fiorentini e napoletani. La partita si disputò con il “beneplacito” di questi “tifosi”, uno di essi, il famigerato Genny ‘a carogna addirittura fu invitato a scendere dagli spalti per parlare con i calciatori e le stesse autorità di polizia. Cosa che “regolarmente” avvenne anche dall’altro lato, settore fiorentino, solo che il tizio o i tizi non scesero nella gabbia del terreno di gioco ma rimasero appollaiati sulle reti che dividono il campo dagli spalti. Alla tv italiana, la Rai, tv di Stato, non parve vero che, chi scese dalla parte napoletana, indossasse una maglietta con la scritta “Speziale libero” (ndr: Speziale, ultras catanese accusato dell’assassinio dell’agente Raciti un paio di anni prima) e fosse soprannominato “Genny ‘a carogna”. Quasi un’ora, tanto durò la discussione se giocare o meno, di inquadrature a Genny ‘a carogna, che diventò quella sera il Totò Riina del pallone.
Andiamo a qualche ora prima e all’agguato fascista romanista (la Roma calcistica c’entra ben poco). Il “chiattone” (così riconosciuto da Ciro Esposito poco prima di morire quale lo sparatore) De Santis, soprannominato Gastone, noto personaggio della Roma malavitosa e fascista, braccio strettissimo di Alemanno (che se ne fece uomo di scorta e lo presentò persino alle elezioni e lo ripagò con dubbie licenze di alcune attività poi dimostratesi sovversive e di spaccio, come tutti a Roma ben sanno… tra l’altro il “gastone” era già stato in passato incriminato per aver sparato ad un questore di polizia e per altri episodi violenti, regolarmente poi assolto), inseguito dai tifosi napoletani inferociti dall’agguato in una zona che si sapeva a rischio e non presidiata dalla polizia, fu sicuramente picchiato e quindi, vistosi alle strette, sicuramente sparò. L’esame dello stub sui guanti che indossava parla chiarissimo, nonostante il primo tentativo di metterlo in dubbio perché la prova fu effettuata sulla nuda mano e non tutti gli elementi compatibili con uno sparo furono dimostrati, ovviamente… Il fascista De Santis è ancora ricoverato nell’ospedale di Viterbo (sembra, perché su di lui non ci sono mai notizie certe…) e solo in questi ospedali di provincia, non al Pronto Soccorso, non al Gemelli di Roma dove nulla fu riscontrato, si appura qualche giorno fa che “il De Santis fu accoltellato prima di sparare”. I medici del pronto Soccorso e del Gemelli smentiscono (“se lo fosse stato lo avremmo trattato o operato per questo”…). Nelle dichiarazioni del De Santis, questi non ha mai e poi mai affermato di essere stato accoltellato, picchiato sì!
Ciro Esposito fu certamente tra quelli che inseguirono i fascisti. E’ stato accertato che di violenti ce ne fossero almeno altri quattro e altri quattro sono stati almeno sospettati. Conoscete i loro nomi? Nessuno li conosce e sono ancora normalmente  liberi di fare e disfare. Dei “complici” di Genny ‘a carogna si sanno nomi e cognomi e sono tutti agli arresti! Motivazioni? Resistenza a pubblico ufficiale (immancabile…), rissa (ovviamente…) e, udite udite!, “scavalcamento”, cioè Genny a carogna avrebbe scavalcato di “sua spontanea volontà” il recinto di gioco dello Stadio romano!!! L’ART. 6 bis 401/89 ossia scavalcamento dice in pratica che può essere applicata una semplice contravvenzione e che non prevede misure cautelari! Per affermare “queste verità”, è stata organizzata e messa in onda una conferenza stampa dalla Questura! Genny ‘a carogna come Totò Riina? Peggio! Ed ancora peggio il “filmato” reso pubblico dalla Questura in cui si vede Genny a carogna “istigare” contro la polizia ben “prima” della partita. Io vedo, solo io?, “normali fumogeni di normali ultras” ed un finale che può essere stato girato a Roma come ovunque e in tempi assolutamente non certi e che comunque non rende la “visibile violenza perpetrata contro le forze dell’ordine”…
Per concludere, chi ha sparato? Chi merita di stare in galera? Chi ha occultato e continua ad occultare le prove contro i fascisti? Chi ha manipolato o falsificati i riscontri sanitari? Chi copre il fascista De Santis e i suoi complici? Chi farà giustizia? Se mai ci sarà giustizia, per Ciro Esposito, potranno mai essere  “questi” indagatori?
Ritorniamo alla notizia: Hanno arrestato Genny ‘a carogna… Mi aspetto il coro dei “menomale”… Hanno arrestato anche altri 4 ultras napoletani… Mi aspetto il “meglio ancora!” Ne siete proprio sicuro? Io non so chi è e cosa faccia nella vita Genny ‘a carogna. Probabilmente qualcosa di poco buono per meritarsi l’appellativo? Una cosa è certa: in tutta questa faccenda è assolutamente l’elemento meno rilevante da valutare nei fatti criminosi ed, anzi, forse, neanche troppo sotto sotto, quello che evitò una carneficina allo Stadio di Roma tra napoletani e fiorentini.

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