La questione minorile in Campania, più che altrove, assume connotati quantitativamente significativi e desta e non da oggi, un peculiare allarme sociale al punto da costituire una potenziale minaccia di ordine locale e nazionale. Possiamo parlare dei minori a rischio, delle famiglie povere della città di Napoli, dei disabili, dei senza fissa dimora che hanno un indirizzo in una via di Napoli che non esiste (via E. Renzi). Possiamo parlare dei ritardi di pagamento alle cooperative sociali che espletano servizi importanti.
Certo il sistema del welfare è legato alla carenza di risorse, allo spezzettamento delle funzioni riferite all’infanzia e all’adolescenza in più Ministeri, alle funzioni delegate alle Regioni, in più assessorati. Ma se va bene, sull’onda dell’emotività, si effettuano interventi tampone, confusi, senza processi di coordinamento e di una visione strategica complessiva.
Ma Premier, deputati, ministri, consiglieri regionali ,Sindaci, amministratori locali con un pò di buon senso, di sensibilità e di consapevolezza pubblica li possiamo trovare? Scuole, terzo settore, agenzie educative, volontariato, imprenditori, Chiesa, Istituzioni locali devono fare rete.
Al Ministero della Giustizia, dipartimento giustizia minorile possiamo trovare persone più coraggiose che investono in luoghi alternativi al carcere, nelle comunità. I dati ci dimostrano che così facendo diminuiscono le recidive. Anche quei bambini che si sono fatti “paranza” stanno buttando via le loro vite. Questi ragazzi hanno la morte dentro. Sono adolescenti a metà .Non hanno mai conosciuto un mondo diverso, fatto di scuola, cultura, valori, cinema, sport.
Si sentono superiori ai vecchi capi della camorra. Qualche adulto, in carcere, mi ha detto: “Questi commettono reati senza investire quello che guadagnano”. Vogliono tutto e subito. Qui ed ora. La morte è l’unica pena che conoscono. Se hanno deciso di uccidere, lo fanno. Sparano nel mucchio e spesso non sanno neppure usare una pistola.
In una sua requisitoria, il pm Henry John Woodcock aveva insistito «sull’opportunità di dare una seconda possibilità a questi giovani, che dopo aver pagato il conto con la giustizia potranno provare a reinserirsi nel contesto legale». Ecco diamo una seconda possibilità a questi giovani, non un panettone o una emozione da poco! Le diseguaglianze sociali ed economiche sono rischi per la democrazia e la coesione sociale.