Il “Giorno della memoria” è un momento internazionale in cui si ricordano le vittime dell’Olocausto. Il 27 gennaio del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono le persone nel campo di concentramento di Auschwitz.
Da quel giorno, gli orrori perpetrati per anni, uscirono allo scoperto. Il ricordo della Shoah mira a commemorare le numerose vittime ebree nei campi di sterminio, ma anche tutte le altre: stranieri, omosessuali, disertori politici.
La legge 211/2000 della Repubblica Italiana, negli articoli 1 e 2, recita: «La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.»
Tra il 1933 e il 1945 si contarono circa 15-7 vittime, 4-6 milioni di ebrei. Il Terzo Reich, guidato da Hitler, si era prefissato l’esclusione, isolamento, e infine, lo sterminio fisico di ebrei, minoranze e oppositori. I campi di sterminio erano il culmine, ciò che diede la “soluzione finale alla questione ebraica”.
Per la motivazione, l’organizzazione, l’accuratezza nel piano e la mole di persone uccise, tale strage non trova pari nella storia (almeno fino ad ora).
Liliana Segre, Senatrice a vita della Repubblica Italiana e superstite dell’Olocausto, afferma: «So cosa dice la gente della Giornata della memoria: “basta con questi ebrei, che cosa noiosa”. Ma quando uno ha visto l’orrore e sa che ormai ne può parlare solo con 4 o 5 persone, allora non è mai contento ed è più noioso degli altri».
Questo giorno testimonia un evento catastrofico, ma cerca anche di restare nella memoria delle persone per non ricadere nello stesso “errore”. Fermarsi, riflettere, ricordare e testimoniare, questo ci chiede tale giornata.