Chi denuncia estorsione ed usura, a Napoli, non pagherà le tasse per tre anni. E` la norma voluta da sindaco Luigi de Magistris ed elaborata dagli assessori alla Cultura, Nino Daniele, e allo Sviluppo, Enrico Panini per dare attuazione alla previsione contenuta nel bilancio attualmente all’esame dell’aula. Per il 2014 la cifra stanziata è di 50mila euro, ma per il 2015 da San Giacomo assicurano che sarà prevista una somma più sostanziosa.
Il beneficio dell’esonero da imposte, tasse e tributi comunali per tre anni partirà dalla sentenza di condanna in primo grado dei soggetti denunciati.
«Si tratta – spiegano Daniele e Panini – di una norma con cui questa amministrazione invia un chiaro segnale a tutti i cittadini sul fronte del contrasto alla camorra, al racket e all’usura. Il senso della iniziativa è quello di intervenire nella fase più difficile: quella della scelta della denuncia, quando si ha bisogno di sostegno e supporto da parte delle istituzioni. Nel contrasto a tali odiosi reati questo può essere uno degli spazi più congeniali per operare da parte dell’ente locale».
Non è un caso che Nino Daniele sia tra i promotori della norma, visto la sua esperienza precedente di sindaco di Ercolano. Nel 2006 infatti, nella cittadina dell’hinterland vesuviano, i negozianti decisero di ribellarsi alla camorra, di fondare un’associazione antiracket, iniziativa fortemente sostenuta appunto da Daniele.
La norma proposta a Napoli ricalca dunque quella già attuata ad Ercolano, con la differenza che per accedere agli sgravi fiscali non è più solo sufficiente la denuncia, ma è necessaria la condanna in primo grado degli estorsori e la testimonianza al processo degli imprenditori.
Il provvedimento mira dunque a sostenere i coraggiosi imprenditori che decidono di denunciare, ma anche ad evitare che le vittime del racket possano, per paura di ritorsioni, fare passi indietro nelle fasi più delicate del processo.
Iniziative simili sono state attuate a Reggio Calabria nel 2012 dalla Camera di Commercio, che ha disposto il rimborso delle tasse camerali per cinque anni a chi denuncia usura e pizzo, e dalla Provincia di Roma nel 2009 istituì un fondo per i comuni che detassano le vittime del racket che collaborano con la giustizia.
Questi provvedimenti probabilmente non riescono da soli a risolvere un problema così grave, ma certo sono una buona iniezione di fiducia per quegli imprenditori che, stanchi di subire, spesso si sentono abbandonati dalle istituzioni.