La Giornata internazionale delle donne è alle porte.
Numerose le manifestazioni in programma per celebrare i progressi e i diritti acquisiti dall’universo femminile e lottare ancora per quelli negati.
In molti ambiti ancora la donna è discriminata e messa da parte. Violenza ed emarginazione sono ancora presenti in diverse parti del mondo.
L’odio verso le donne è un sentimento alimentato dall’ignoranza e da anni di patriarcato, che nascono da una mancanza di conoscenza e da un fraintendimento tra il piano ontologico e quello gnoseologico.
L’uomo nasce in una società naturale ed è sempre abituato a riconoscersi in un gruppo nel quale trova affinità. Il diverso è forse inteso come un estraneo. A punto, l’odio è il sentimento primitivo che genera razzismo, omofobia, misoginia, antisemitismo e ogni altro genere di discriminazione.
Per svincolarsi dall’ignoranza, quindi, dovremmo fare un uso appropriato dello studio della storia, la quale ci permette comprendere che determinate azioni non dovrebbero essere mai più ripetute.
Sono proprio le differenze che ci rendono individui speciali.
Come vediamo quindi, per quanto i social abbiano fatto da canale per la discriminazione, queste non sono nate con loro, ma hanno origini molto più remote. La misoginia ha radici risalenti a circa 200.000 anni fa con la parabola di Adamo ed Eva e, prima ancora, il vaso di Pandora.
Ma non solo la misoginia ha origini così lontane: sappiamo che la stessa tematica del razzismo è presente da secoli, ha forse inizio con il colonialismo dove si pensava che il progresso fosse un’esclusiva per i bianchi.
I frutti dell’albero dell’ignoranza alimenteranno sempre discriminazione ed emarginazione.
Con la Giornata internazionale delle donne si cerca di abbattere questi muri e generare nuove menti pronte ad accogliere i cambiamenti.