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Stato della Città del Vaticano, Giurano 23 nuove Guardie Svizzere Pontificie

Roma – Stato della Città del Vaticano, si è svolta come di consueto una cerimonia antica, suggestiva e solenne che ricorda l’anniversario del Sacco di Roma quando nel 1527 le Guardie Svizzere parteciparono alla battaglia, sferrata da parte delle milizie di Carlo V e con il loro sacrificio garantirono all’allora pontefice Clemente VII di avere salva la vita. Dei 189 svizzeri se ne salvarono solo quarantadue, cioè quelli che all’ultimo momento avevano accompagnato Clemente VII nella fuga lungo il Passetto di Borgo, il passaggio che collega il Vaticano a Castel Sant’Angelo.  Il 5 giugno Clemente VII si arrendeva e dovette accettare pesanti condizioni (l’abbandono delle fortezze di Ostia, Civitavecchia e Civita Castellana e delle città di Modena, Parma e Piacenza oltre al pagamento di quattrocentomila ducati, una fortuna per quei tempi). Il Papa ottenne che gli svizzeri sopravvissuti fossero inclusi nella nuova Guardia. Durante la presa di Roma, invece, nel 1870, le Guardie Svizzere rimasero a difesa personale di Pio IX nei suoi alloggi. La solenne cerimonia si ripete ogni anno il 06 giugno,  nel Cortile di San Damaso del Palazzo Apostolico, alla presenza del Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, in rappresentanza di Papa Francesco. In occasione del giuramento, le guardie indossano la Gran Gala, l’uniforme pittoresca con l’armatura che viene tradizionalmente utilizzata in occasione della benedizione «Urbi et Orbi» a Natale e a Pasqua. Le nuove reclute, vengono chiamate per nome, e ciascuna, con la mano sinistra sulla bandiera della Guardia e la destra alzata con le tre dita aperte, simbolo della Trinità, confermano e giurano: «Giuro di osservare fedelmente, lealmente e onorevolmente tutto ciò che in questo momento mi è stato letto. Che Dio o i suoi santi mi assistano».

Nella Sala Clementina, in occasione della cerimonia del Giuramento delle nuove reclute, il Sommo Pontefice ha tenuto un discorso alle nuove Guardie Svizzere Pontificie e alle loro famiglie: «Una grande famiglia dove si cresce e ci si forma umanamente e cristianamente» così il Papa ha definito la Guardia svizzera pontificia durante l’udienza: «Cari ufficiali e membri della Guardia Svizzera! Cari fratelli e sorelle! Vi accolgo con gioia e rivolgo a ciascuno il mio benvenuto nel Palazzo Apostolico, che ben conoscete perché anche qui svolgete la vostra preziosa opera. Saluto e ringrazio il Colonnello Christoph Graf, il Cappellano Padre Kolumban Reichlin, gli Ufficiali, i Sottufficiali e tutti i componenti del Corpo e le famiglie. Un pensiero particolare va alle nuove Guardie, come pure ai loro genitori, ai familiari e agli amici, qui convenuti per condividere la festa del Giuramento. Questa circostanza rappresenta, ancora una volta, la gradita occasione per esprimervi il mio apprezzamento per la disponibilità e l’impegno con cui, mediante la vostra attività, testimoniate fedeltà al Successore di Pietro . La Guardia Svizzera Pontificia è una grande famiglia, una comunità vivace e fraterna, sia nei momenti di servizio che in quelli liberi da mansioni lavorative. E come la famiglia è un luogo di crescita, dove si imparano tante cose utili per la vita, così è nella Guardia: è un ambiente di formazione umana e cristiana per tutti. I giovani sono arricchiti dall’esperienza dei più anziani i quali, a loro volta, possono essere edificati e imparare dall’apertura dei giovani, dal loro entusiasmo che li porta a esplorare in continuazione, mossi da una positiva curiosità. In particolare a voi reclute dico: non smarrite il coraggio e la passione per scoprire cose nuove! Mi piace pensare che la decisione di porre alcuni anni della vostra vita a disposizione del Papa e della Santa Sede non sia estranea al percorso personale di fede. La vostra missione qui in Vaticano è una strada che il Signore vi ha aperto per vivere il vostro Battesimo e rendere gioiosa testimonianza della fede in Cristo. Una fede che avete appreso in famiglia, coltivata in parrocchia e che manifesta l’intensità del legame dei cattolici svizzeri alla Chiesa di Roma. Siete chiamati a rendere ragione di questa fede anche nei vari posti di servizio. Nel volto di quanti avvicinate ogni giorno, siano essi membri della Curia romana o pellegrini e turisti, scorgete altrettanti inviti a riconoscere e a condividere l’amore di Dio per ciascuno. Ogni situazione, ogni incontro possa rappresentare un’opportunità per mettere in pratica il Vangelo di Cristo, per imparare dal Signore e per vivere l’amore fraterno nel suo nome e con il suo Spirito. Vi incoraggio a utilizzare bene il tempo a vostra disposizione per imparare a riconoscere la presenza ispiratrice e gioiosa del Signore risorto nella vostra esistenza, attraverso la lettura della Sacra Scrittura, la meditazione di testi spirituali, anche durante qualche turno di guardia più tranquillo, la celebrazione dell’Eucaristia domenicale e l’accostamento ai Sacramenti. La bellezza e la storia dei diversi edifici e delle opere d’arte di questo luogo speciale, vi aiutino a rinnovare sempre lo stupore per la bellezza di Dio e del suo mistero. Care Guardie Svizzere, non dimenticate che il Signore cammina con voi, è sempre al vostro fianco nei momenti sereni e in quelli difficili. Vi auguro di sentire la consolazione della sua vicinanza, vicinanza luminosa, vicinanza misericordiosa. Rinnovo all’intero Corpo la mia gratitudine per la diligente e generosa collaborazione, di cui ogni giorno sono testimone. Affido tutti voi qui presenti e i vostri connazionali alla materna protezione della Vergine Maria e de del Santo Patrono Nicola da Flüe. Di cuore vi benedico, e vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie!»

All’evento quest’anno prende parte una delegazione della Confederazione svizzera, guidata dalla vicepresidente della Confederazione Viola Amherd con il presidente del Consiglio nazionale Martin Candinas e la presidente del Consiglio degli Stati Brigitte Häberli-Koller. Tra le personalità presenti anche il comandante dell’esercito svizzero, Thomas Süssli, e il presidente della Conferenza episcopale svizzera, monsignor Felix Gmür, vescovo di Basilea.  La Guardia Svizzera Pontificia è l’esercito più vecchio del mondo. Fu fondata da Giulio II il 22 gennaio 1506 ed è responsabile della protezione del Papa e della sua residenza ed è formata da cittadini svizzeri. Guidata oggi dal colonnello Christoph Graf, ha il compito di controllare gli accessi al Vaticano e al Palazzo Apostolico, di garantire l’ordine e la rappresentanza durante le cerimonie papali e i ricevimenti di Stato e di proteggere il Collegio cardinalizio durante la sede vacante. Il Corpo comprende guardie provenienti da tutte le regioni linguistiche della Svizzera. I requisiti per diventare una Guardia Svizzera sono strettissimi: sesso maschile (le donne non sono ammesse), avere una provata fede cattolica, aver svolto il servizio militare nell’esercito elvetico, non avere più di 30 anni e una altezza non inferiore a 174 centimetri, essere celibi (il matrimonio è ammesso solo per i caporali e i gradi superiori) ed avere un diploma. La giornata tipo della Guardia Svizzera è particolarmente densa e pesante. Montano turni di guardia agli ingressi del Palazzo Apostolico, nel Cortile di San Damaso, nel Cortile del Belvedere, nei piani delle varie Logge, nella sala Regia, e nell’appartamento privato del Papa a Santa Marta. Inoltre sono presenti agli ingressi esterni, ossia al Cancello Petriano (ex Sant’Uffizio), all’arco delle Campane, al Portone di Bronzo e a Porta Sant’Anna. Sono anche presenti nelle celebrazioni liturgiche a San Pietro, nelle Udienze Generali, nelle visite di Capi di Stato.

A cura di: Raffaele Fattopace

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