Ogni anno, in Italia, oltre 100mila bambini entrano in carcere per incontrare la mamma o il papà detenuto. Sono bambini come tutti gli altri, che devono poter mantenere il legame affettivo con i propri genitori, fondamentale nel loro percorso di crescita, e per questo motivo Spazio Giallo li accoglie ogni giorno.
Bambinisenzasbarre è un’associazione che, insieme a Spazio Giallo, lavora proprio per loro: per assicurarsi che non vengano emarginati a scuola, nel quartiere dove vivono, nel gruppo sociale di appartenenza, perché associati alle colpe dei genitori. Da 20 anni difendono il diritto dei bambini “di intrattenere regolarmente rapporti personali e contatti diretti con entrambi i genitori” nel “preminente interesse del bambino” anche durante la detenzione, come sancito dalle Convenzioni internazionali e da quelle sull’infanzia e l’adolescenza (Onu1989; Italia 2003; UE 2007) e dalla Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti, primo documento al mondo a tutelare questo specifico gruppo di bambini, siglata il 21 marzo 2014 e sempre rinnovata dal Ministro della Giustizia, dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e dalla Presidente di Bambinisenzasbarre.
Per questo motivo sono state programmate due conferenze stampa, il 22 maggio a Milano e il 25 a Napoli, che sono l’occasione per
– uscire dal carcere, dove Bambinisenzasbarre e la sua rete nazionale di partner svolgono il loro lavoro da 20 anni, storicamente a Milano, oggi in 11 regioni e 23 Istituti penitenziari del territorio italiano dislocati da Nord a Sud;
– sensibilizzare la società civile su un tema di consapevolezza e inclusione – i genitori detenuti e i loro figli – che impatta su un’ampia parte d’infanzia, ma che è ancora considerato un tabù;
– testimoniare l’intervento inedito nelle scuole, avviato nell’ambito del Progetto Nazionale in corso “Il carcere alla prova dei bambini e delle loro famiglie-Applicazione della Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti” che vede partner istituzionali il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e che consente di affrontare per la prima volta questo tema a scuola, luogo d’elezione per i bambini, da un punto di vista culturale e formativo;
– presentare i materiali creati a scuola dagli studenti, a cui le operatrici di Bambinisenzasbarre, con il supporto degli insegnanti, hanno raccontato la realtà dei figli di genitori detenuti e dello “Spazio giallo”, luogo speciale per i bambini che entrano in carcere per il colloquio con le loro mamme e i loro papà. Sono video, audio, disegni, lettere, manifesti, composizioni fotografiche e multimediali che offrono un articolato spettro delle reazioni di ragazzi/e che si identificano nel vissuto dei loro coetanei travolti dall’esperienza, anche duratura, di un genitore in stato di detenzione. È una reazione partecipata, coinvolgente che si dimostra potentemente educativa e di consapevolezza, e che si estende anche al proprio vissuto quotidiano;
– avviare, dunque, un racconto/incontro tra infanzie, quella toccata direttamente dal tema della
carcerazione di un genitore e quella che non vive questa esperienza, ma ne viene sensibilizzata.
Le conferenze inoltre aprono e danno il via alla Campagna di sensibilizzazione europea del mese di giugno Non un mio crimine ma una mia condanna del network COPE (Children Of Prisoners Europe) di cui Bambinisenzasbarre è il rappresentante italiano e membro del Board.
Di Claudio Bencivenga