Ormai da giorni sentiamo parlare incessantemente di ciò che sta accadendo tra israeliani e palestinesi.
Il 7 ottobre del 2023 Hamas ha lanciato un attacco sui territori d’Israele. Si tratta del più potente dal 1973. I soldati hanno devastato un rave israeliano, uccidendo e prendendo ostaggi tra i civili.
Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha dichiarato: “Cittadini di Israele siamo in guerra e non è solo un’operazione, è proprio una guerra”.
La risposta di Israele è stata durissima. Solo 3 giorni dopo si contavano le vittime dei bombardamenti aerei sulla Striscia di Gaza: circa 830.
Le origini del conflitto
Alla fine del 1800 viene teorizzato il Sionismo da Theodor Herzl, per rispondere all’antisemitismo che si stava sviluppando in Europa.
Egli inizia a chiedere uno Stato ebraico e venne scelta la Palestina, il luogo promesso al “popolo eletto”.
Nel 1920 le potenze europee si divisero i territori dell’impero ottomano e la Palestina fu affidata alla Gran Bretagna. Gli ebrei rappresentavano l’11% della popolazione, destinata poi ad aumentare fino al 32% nel 1947.
Da quell’anno inizia il vero e proprio conflitto. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Gran Bretagna lasciò il mandato del paese alle Nazioni Unite. L’ONU decise di dividere la Palestina in una parte ebraica e una palestinese.
Ovviamente la soluzione fu respinta dagli arabi presenti nel paese, ma nel 1948 nacque lo Stato d’Israele. Egitto, Transgiordania, Siria, Libano e Iraq lo attaccano e si diede inizio al conflitto arabo-israeliano.
Nel 1967 Israele attacò l’aviazione d’Egitto e Siria e occupò Sinai, Golan, Cisgiordania e Gaza. Questa fu definita “guerra dei 6 giorni“.
Nel 1973 accadde un evento drammatico: Siria ed Egitto attaccarono a sorpresa gli israeliani. Da quel momento Israele firmò trattati di pace con L’Egitto.
I palestinesi che vivevano a Gaza iniziarono una Intifada, ovvero protesta contro l’occupazione degli israeliani. Nacque nel 1987 Hamas, organizzazione di resistenza della Palestina, considerata terrorista dall’Occidente.
Anni 2000
Con gli accordi di Oslo nel 1993 venne data parziale sovranità ai palestinesi su Gaza. All’ascesa di Benyamin Netanyahu in Israele, il trattato saltò e nel 2000 scoppiò la seconda Intifada.
Israele divise con un muro il territorio palestinese in Cisgiordania e si espanse, illegalmente, su altri territori.
Nel 2007 Hamas prese il controllo sulla Striscia di Gaza e Israele bloccò i palestinesi all’interno dell’area continuando ad espandersi.
Dalla venuta di Netanyahu come primo ministro nel 2022, le tensioni sono continuarono a salire, fino agli eventi del 7 ottobre 2023.
Il presidente Joe Biden ha affermato a proposito dei bombardamenti recenti: “Israele ha il diritto di difendersi dopo l’attacco. Gli Usa stanno aumentando l’ulteriore assistenza militare a Tel Aviv, comprese munizioni e intercettori per rifornire lo scudo anti aereo Iron Dome”.
Ha parlato anche Abeer Odeh, ambasciatrice palestinese in Italia, a Sky TG24: “L’obiettivo degli israeliani è chiaro, hanno detto no cibo e no acqua. Dovremmo concentrarci su cosa sta succedendo, si tratta di pulizia etnica e genocidio. Io credo che la comunità internazionale debba impegnarsi per evitare l’occupazione, le persone sono stufe per la vita miserabile che stanno conducendo. I palestinesi sono vittime di un’occupazione da decenni. Gaza è una prigione a cielo aperto, non hanno cibo ne acqua, come pensate possono reagire?”.
“L’imposizione di assedi che mettono in pericolo la vita dei civili privandoli di beni essenziali per la loro sopravvivenza è vietata dal diritto internazionale umanitario“. Ha affermato l’ONU ricordandolo ad Israele.